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L’ansia e la paura sono sentimenti che producono allarme nell’individuo, ma è necessario fare un distinguo. Un pericolo, reale o immaginario percepito nel presente, produce paura nel soggetto che la sperimenta, per l’incolumità psicofisica propria o altrui . L’ansia è uno stato di agitazione meno focalizzato su di uno specifico evento presente, ma che si proietta in avanti nel tempo rendendo incerto il divenire.

L’ansia può essere descritta come uno stato di agitazione e di forte apprensione, dovuto a timore, incertezza, attesa di qualcosa che potrebbe accadere. In medicina e psicologia, il particolare stato d’incertezza e di timore, che può riguardare specifici oggetti o eventi, oppure non averne alcuno di riconoscibile, e che può essere accompagnato, nei casi più gravi, da disturbi vasomotori e da penose sensazioni viscerali.  Una reazione di allarme di fronte a un pericolo esterno o interno, aumenti di tensione istintuale o emotiva.

La paura è lo stato emotivo consistente in un senso di insicurezza, di smarrimento e di agitazione di fronte a un pericolo reale o immaginario nell’orizzonte temporale presente. Assume il carattere di un turbamento forte e improvviso, che si manifesta anche con reazioni fisiche quando il pericolo si presenti inaspettato. Il pericolo è presente o percepito come imminente.

Il distinguo tra ansia e paura  è utile in terapia con i pazienti che nutrono preoccupazioni per il futuro che che li tengono in un costante stato di agitazione. La presenza nel qui e ora di un pericolo giustifica la paura, e va sottolineata l’utilità di questa emozione. Nel caso di ansia anticipatoria, invece, la persona è costantemente proiettata in avanti, nel tentativo di controllare gli eventi nefasti che teme e che considera certi. Se un malvivente ci untasse un coltello alla gola per rapinarci, o se vedessimo in lontananza un gruppo di malintenzionati che ci viene incontro, la paura avrebbe lo scopo di metterci in allarme e trovare una risposta adeguata al pericolo. In questo caso, la paura ci permetterà dunque di attivare comportamenti che ci permettano di evitare le peggiori conseguenze. La paura è evoluta come strategia di sopravvivenza e va considerata quindi utile, purché non si trasformi in una preoccupazione perenne, tale da limitare la qualità della vita. Questo è il caso dell’ansia che tiene in allarme per eventi che non si sa se si verificheranno. , in presenza. L’ansia anticipatoria è capace di condizionare i comportamenti e limitare la libertà della persona che la sperimenta. È quindi utile che il paziente comprenda l’utilità di occuparsi degli eventi del presente, e di non pre-occuparsi di un futuro che non si sa se si verificherà.

Vorrei specificare che ansia e paura vengono attivate non solo da pericoli per l’incolumità fisica, ma anche da “pericoli sociali” come il giudizio, , la derisione, l’abbandono e il rifiuto.

La preoccupazione costante fa ruminare gli stessi pensieri in continuazione. La persona consuma molte energie in questa attività e arriva a fine giornata stanca mentalmente. Sarebbe certamente più utile svolgere attività fisica, così da concentrare la propria attenzione sullo sforzo del corpo, e distogliendo quindi l’attenzione dal pericolo immaginato. Si arriverebbe a fine giornata più stanchi fisicamente e meno stanchi mentalmente. In questo caso, migliorerebbe probabilmente la qualità sonno che spesso viene alterata dal continuo rimuginio volto a trovare soluzioni a eventi che spesso non si verificheranno.