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I figli che non si sentono amati sono, probabilmente, molti di più di quelli che possiamo immaginare e, in molti casi, sperimentano un largo spettro di emozioni negative che si attivano in numerosi contesti della vita quotidiana. I figli  sono i soggetti di questo articolo, e certi modi di essere genitori rappresentano l’oggetto della riflessione di questo scritto.

Ritengo che tutti i genitori siano certi di amare i propri figli e di aver fatto di tutto per far percepire questo sentimento. La convinzione di aver fatto il possibile per il bene dei figli è un aspetto che serve a tenere alta l’immagine di se stessi. Pensare di essere genitori incapaci, disattenti, egoisti o violenti metterebbe in discussione il giudizio su se stessi e la propria immagine sociale. Se il ruolo genitoriale viene svolto in modo positivo non è però una valutazione che possiamo fare in modo oggettivo, fatti salvi comportamenti negativi estremi di violenza, deprivazione affettiva o incuria dal punto di vista materiale, nei quali casi il giudizio è naturalmente negativo.

In linea generale, potremmo considerare buoni genitori quelli che i figli, divenuti adulti, ritengono che lo siano stati. Durante il percorso di crescita, invece, dobbiamo tenere conto delle naturali differenze tra esigenze percepite dai figli e le scelte dei genitori che, in quanto responsabili e guide, possono risultare non rispondenti ai bisogni immediati della prole. Ciò può aprire conflitti aspri tra genitori e figli. Questi ultimi potrebbero desiderare maggiore libertà e autonomia. I genitori dal canto loro, per paure proprie o perché ritengono immaturi i figli, potrebbero al contrario impedirne o limitarne l’esplorazione del mondo. Altresì, caratteristiche individuali potrebbero rendere incompatibili il bisogno di vicinanza affettiva e fisica dei figli con la disponibilità in questo senso dei genitori. Dunque, definire dei buoni genitori è complesso, ma possiamo riferirci a quanto i figli raccontano del modo in cui ritengono di essere stati amati.

Cosa fa sentire una persona amata dai genitori?

Un primo fattore è il tempo dedicato ai figli. Il tempo dedicato ad ascoltare, raccontare, giocare, passeggiare, costruire o qualsiasi altra attività svolta insieme, fa sentire importanti, produce la sensazione di valere agli occhi dei genitori. Il sovrapporsi e il sedimentarsi di queste esperienze, costruisce un senso stabile di valore, autonomia e fiducia in se stessi, negli altri e nel futuro.

Un altro contributo fondamentale che i genitori possono dare alla costruzione di un senso stabile di sentirsi amati è l’incoraggiamento all’esplorazione del mondo. Le paure dei genitori rappresentano sovente un freno alla possibilità di fare nuove esperienze, esplorare l’ambiente, conoscere e frequentare liberamente persone.

Limitare le critiche o fare critiche a specifici comportamenti. Le critiche e dirette alla persona, ad esempio, una frase quale “Sei sempre il solito…” ripetuta abitualmente, oltre a limitare la costruzione del senso stabile di valere, genera acredine nei confronti dei genitori dai quali i figli ambirebbero a essere approvati e accettati per quello che sono. Sono assai più facili da accettare le critiche rivolte a specifici comportamenti. Ad esempio, “Non mi piace quando ti comporti così.” La persona nel suo complesso non viene infatti coinvolta nella critica e il valore complessivo rimane intatto.

La rapida riconciliazione dopo un conflitto è un altro aspetto da considerare. I litigi sono naturali nelle relazioni umane e non hanno conseguenze se vengono risolti in modo veloce, attraverso un chiarimento sincero, nel quale ciascuno esprime le proprie ragioni e ammette i propri errori. I genitori hanno il compito di favorire il restaurarsi di un clima sereno nel rapporto con i figli. L’amore infatti non deve essere sospeso o messo in discussione a causa di conflitti della vita quotidiana. Probabilmente, l’amore verso i figli è l’unica forma incondizionata di questo sentimento. I figli si aspettano di essere amati indipendentemente dal loro comportamento. Ti amo se tu ti comporti come io mi aspetto che tu ti comporti, produce compiacenza e risentimento. Certamente esistono casi in cui questa tendenza innata all’amore incondizionato viene messa a dura prova in presenza di figli violenti o che agiscono altri comportamenti estremi.

La disponibilità a dare supporto emotivo e pratico nelle diverse circostanze della vita è un’altra aspettativa legittima dei figli nei confronti dei genitori. Nelle diverse culture, l’autonomia dei figli viene auspicata e favorita a età differenti. Nei paesi del nord Europa, ad esempio, i figli vengono favoriti nel loro processo di autonomizzazione e uscita dalla famiglia molto prima che in Italia. Quando i figli sono piccoli, in ogni caso, cure, supporto fisico ed emotivo, tenerezze, coccole, sollecitudine in caso di richieste di aiuto ed empatia sono il materiale necessario per sentirsi amati nel momento presente e per costruire un sentimento stabile di meritare di essere amati.

Beni materiali e calore umano

Sentirsi al centro della vita e presente nei pensieri di un’altra persona è la sintesi di quanto detto sopra. Proprio la mancanza di questa centralità nella vita dei genitori è il sunto di quanto sperimenta un figlio che, divenuto adulto, afferma di non essersi sentito amato. Il punto di vista dei suoi genitori sarà verosimilmente diverso. “Abbiamo fatto tutto per lui, non gli abbiamo mai fatto mancare niente.” Sul piano materiale questo viene solitamente riconosciuto dai figli, ma è il supporto affettivo a determinare la percezione positiva o negativa di quanto si è ricevuto. La carenza di beni materiali, in un contesto ricco di affetto, dedizione, supporto, attenzioni, ascolto ed empatia, fa sentire i figli parte di una famiglia accogliente, comprensiva e calda nel suo insieme.

I genitori, pur agendo in buona fede e nell’interesse ultimo dei figli, sembrano talvolta invertire le priorità e anteporre l’impegno a fornire benessere materiale, alla presenza assidua nella vita dei figli, alle carezze, agli abbracci, alle parole tenere e di conforto, al dialogo e all’ascolto del punto di vista dei figli. Talvolta, sembra più facile occuparsi di offrire beni materiali, anziché dedicare tempo ad ascoltare, comprendere e accogliere i reali bisogni dei digli.

Conclusioni

Affinché i figli si sentano amati, l’aspetto relazionale assume un’importanza cruciale e superiore all’offerta di beni materiali. Questi ultimi assumono la loro importanza solo quando è soddisfatto il bisogno di presenza amorevole e accogliente. In taluni casi, è quindi necessario portare in alto, nella scala delle priorità, i gesti di vicinanza emotiva e di calore umano che sono le fondamenta dell’amore.