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Il valore nascosto

Le persone con una qualsiasi forma di disabilità sono, innanzitutto, delle persone e, in quanto tali, contribuiscono alle attività aziendali con la stessa dignità di qualunque altra. Il potenziale contributo al raggiungimento degli obiettivi di business varia in funzione della motivazione, dell’impegno, delle competenze e della capacità di relazionarsi con le altre persone. Le disabilità rappresentano solo degli ostacoli allo svolgimento delle proprie mansioni con le stesse modalità, gli stessi tempi e gli stessi strumenti usati da chi non ha una limitazione fisica, intellettiva o sensoriale. Peraltro, le disabilità non sono sempre evidenti agli occhi di chi osserva, ma possono risultare invisibili, come nel caso del diabete, del morbo di Crohn o di altre patologie che limitano il funzionamento individuale.

Fatta questa premessa, risulta chiaro che le persone con una disabilità hanno potenziali elevati se messe nelle condizioni di esprimerli. I limiti ostacolano lo svolgimento consueto di ogni attività, ma con le opportune facilitazioni, il contributo di queste persone è del tutto simile a quello di chiunque altra-

La presenza di queste persone nell’organico aziendale offre la possibilità di arricchire in modo sostanziale il patrimonio di idee, creatività e punti di vista arricchenti su come affrontare le numerose sfide aziendali. La varietà dei contributi al problem solving è certamente un elemento vincente per le aziende moderne e rinunciarvi o non sfruttare al meglio il potenziale delle persone con una disabilità implica la rinuncia a un elemento vincente.

Facilitare l’espressione del potenziale

Liberarsi dal pregiudizio

Il primo passo da compiere è liberarsi del pregiudizio sugli “handicappati” di cui la nostra società è intrisa, e che li considera come un peso da sopportare. Questo modo di considerare chi è diverso da quella che viene considerata la norma , da cui i concetti di normale e di normalità è del tutto pretestuoso ed emerge dalla paura spontanea per ciò che è diverso o sconosciuto. Se conoscessimo personalmente chi vive ogni giorno con una disabilità, scopriremmo la grande forza d’animo con cui affronta l’esistenza. La disabilità costringe chi la vive a ingegnarsi per trovare soluzioni e la rinforza nella sua capacità di accettare la vita così come le si è presentata.

Conoscere la persona con una disabilità

Liberi dal pregiudizio potremo fare domande chiare ed esplicite che ci faranno scoprire come l’altra persona è uguale a noi; essa ha delle esigenze, delle passioni, delle capacità, delle aspirazioni, delle paure, dei sentimenti e dei dubbi. La curiosità verso l’altra persona e verso il suo mondo ci permetterà di vederla sotto una luce nuova, ovvero quella della semplice persona che è. Dunque, la curiosità verso l’altra persona va coltivata, al fine di non inaridirci nel nostro mondo fatto di presunta normalità. Il nostro interlocutore ha tutte le risposte alle nostre paure, ai nostri dubbi e alle nostre perplessità. Chiedetegli cosa gli servirebbe per stare berne, per lavorare in modo comodo ed efficiente, arrivare sul luogo di lavoro oppure operare da remoto. Chiedetegli di quali strumenti avrebbe bisogno, di quali momenti di pausa gli servirebbero per lavorare bene, in quali situazioni potrebbe sentirsi a disagio e come potremmo aiutarlo. Lui o Lei sapranno darvi le risposte che vi scioglieranno le vostre paure e vi consentiranno di fruire appieno delle competenze e dell’intelligenza delle persone con una o più disabilità.

Disabili si può diventare

Le disabilità possono irrompere nella vita di chiunque in qualsiasi momento a causa di un incidente o di una malattia. Esse possono essere temporanee, come nel caso di una frattura, o definitive come nel caso di una malattia che si cronicizza. Anche in questi casi, il dialogo franco con chi vi sta di fronte è la soluzione migliore per affrontare insieme la nuova condizione. Empatizzare con chi vi sta di fronte, vi aiuterà a trovare l’atteggiamento giusto per dialogare in cerca di soluzioni utili.

Attenzione continua

L’inserimento di una persona con una disabilità non si limita a un momento, ma è un processo che inizia con la selezione e ‘l’on-boarding e continua per tutta la durata della collaborazione. Uno sguardo attento e personalizzato faranno vivere e funzionare meglio la persona con disabilità. A dirla tutta, questo atteggiamento dovrebbe valere per tutte le persone.

Conclusioni

Il tema trattato appartiene al più ampio mondo della DEI (Diversity, Equity & Inclusion) che sua volta è fra i tanti temi della Sostenibilità. Le grandi aziende sono più o meno attrezzate per prestare la giusta attenzione alle persone con disabilità, ma la strada è ancora lunghissima. Le necessità di business e l’insensibilità manageriale verso questi temi sono un ostacolo alla valorizzazione di chi, pur con modalità e tempi differenti, può dare un eccellente contributo alle attività aziendali.

Lavoriamo nella direzione che conduce alla visione delle persone con disabilità come risorse utili alle aziende e alla società, anziché come pesi da sopportare. Le aziende hanno vissuto e vivono ancora la legge 68/99, che impone l’obbligo di inserire nelle aziende una percentuale di persone con disabilità, come una gravosa imposizione e non hanno colto la presenza di un notevole potenziale in queste persone.