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LavoroPsicologia generale

Il lavoro fa male … lo dicono tutti

By 13 Febbraio 2017Gennaio 16th, 2018No Comments

La Costituzione italiana, considerata la migliore al mondo, ha il grande limite di non venire rispettata, In particolare mi riferisco alle questioni legate al lavoro. Tanto per rinfrescare la memoria, Il diritto al lavoro non può tradursi in una scelta drammatica tra famiglia e lavoro, tra affetti e auto realizzazione.riporto degli stralci dai primi quattro articoli che intendo commentare con riferimento a come i governi che si succedono e le imprese che operano in Italia si comportano.

Art. 1 L’Italia è una Repubblica democratica, fondata sul lavoro. […] Art. 2 La Repubblica riconosce e garantisce i diritti inviolabili dell’uomo, sia come singolo sia nelle formazioni sociali […] Art.3 Tutti i cittadini hanno pari dignità sociale e sono eguali davanti alla legge,senza distinzione di sesso, di razza, di lingua, di religione […] È compito della Repubblica rimuovere gli ostacoli di ordine economico e sociale, che, limitando di fatto la libertà e l’eguaglianza dei cittadini, impediscono il pieno sviluppo della persona umana […]  Art. 4 La Repubblica riconosce a tutti i cittadini il diritto al lavoro e promuove le condizioni che rendano effettivo questo diritto.

Come possiamo constatare ogni giorno, il lavoro, più che un diritto, è diventato un soggetto per il programma televisivo Chi l’ha visto, da cui consegue la presa d’atto del fallimento di tutti i governi che si sono alternati negli ultimi decenni. La crisi, infatti, è globale, ma il nostro mercato del lavoro mostra chiari segni di patologia. La mancanza di politiche efficaci nel promuovere le condizioni che rendano effettivo il diritto al lavoro, ha fatto si che i lavoratori abbiano perso progressivamente le tutele acquisite in precedenza. Oggi, a essere danneggiati, non sono solo coloro che non trovano lavoro ma, in virtù della sproporzione tra domanda e offerta, anche chi lavora finisce per vedere peggiorare le condizioni di lavoro. Straordinari non pagati e precariato costante affliggono giovani e non più giovani.

Le conseguenze di questa condizione sono palpabili e si traducono spesso in pressioni psicologiche che diventano stress, il quale, se costante produce disagio psicologico e, probabilmente, malattia.

In particolare, penso alla condizione dei genitori che sono costretti a togliere tempo ai loro figli. Il tempo passato insieme è un elemento essenziale per la crescita e l’instaurarsi nel bambino di un sentimento profondo di sicurezza. L’autostima tanto desiderata dagli adulti si costruisce principalmente nel rapporto con genitori presenti non solo nella qualità della relazione, ma anche nella quantità di tempo speso insieme. Quando sento il racconto di mamme che escono alle 7:30 e rientrano alle 19:30, penso immediatamente ai loro piccoli bambini affidati, dopo il nido e l’asilo, a baby sitter e nonni. I bambini diventano sicuri anche perché i loro genitori stanno con loro.

Mi sorprendo quando alcune grandi aziende auspicano la presenza di un numero maggiore di donne manager in quanto il contributo femminile è prezioso. Mi chiedo se le aziende siano disposte ad avere donne in carriera lasciando loro il tempo per i figli. Le donne possono dare il loro contributo qualitativo, ma hanno bisogno di stare con i figli, non solo pre il proprio piacere, ma perché questi figli sapranno dare un contributo migliore alla nostra società se saranno stati seguiti e non lasciati a loro stessi.

In Europa esistono buoni modelli nei quali la qualità della vita viene tenuta sempre presente e non sacrificata sistematicamente alla produttività. Sono i singoli imprenditori e i singoli manager, oltre alle buone politiche a creare buone condizioni per chi lavora, e queste condizioni creano individui migliori per la società del futuro.