Che cos’è davvero la consapevolezza
Dobbiamo innanzitutto distinguere tra conoscenza e consapevolezza in quanto sapere di qualcosa non è lo stesso che rendersene conto nel momento presente. La consapevolezza è la presenza lucida e non giudicante. La consapevolezza non è l’analisi, ma l’esperienza diretta di quello che stiamo vivendo.
Di cosa essere consapevoli?
La consapevolezza riguarda innanzitutto le dimensioni corporea, emotiva, mentale, relazionale e spirituale. Esistono poi esperienze di cui essere consapevoli, che, a mio avviso, hanno una grande importanza per vivere al meglio. Ne elenco alcuni:
- Tutto è impermanente, ovvero tutto ciò che sorge, passa. La consapevolezza permette di vedere questo fluire, invece di opporvisi. Aiuta a ridurre l’attaccamento e la paura del cambiamento.
- Essere presenti non significa analizzare, ma vedere chiaramente ciò che accade nel momento in cui stiamo vivendo.
- “So che sto respirando”, “So che sto camminando”, “So che sto provando rabbia”.
- Quello che sono non è scontato. Gratitudine di essere vivo, di respirare di mangiare, di camminare, di avere dehli affetti e molto altro che diamo per scontato, ma che scontato non è.
- Il desiderio è il motore dell’azione, ma può divenire una prigione che ci impedisce di godere di quello che siamo, che abbiamo che esperiamo.
- L’avversione verso qualcosa o qualcuno consuma energie e ci allontana dalla quiete. Accettare la realtà così come si presenta, senza volerla a tutti i costi cambiare è come nuotare in favore e non controcorrente.
- La persona non è nessuno dei tanti personaggi che portiamo in giro nella vita di tutti i giorni. Essere consapevoli che siamo “altro” dal personaggio che recitiamo nel mondo non è scontato, ma quando siamo presenti a noi stessi, stiamo autentici anche se stiamo recitando una parte.
 
					
