Il 17 maggio è la Giornata Internazionale contro l’omofobia, la bifobia e la transfobia. Nome originale: International Day Against Homophobia, Transphobia and Biphobia (IDAHOTB).
È necessario ricordare innanzitutto che la Costituzione italiana, all’art. 3, sancisce che
Tutti i cittadini hanno pari dignità sociale e sono eguali davanti alla legge, senza distinzione di sesso, di razza, di lingua, di religione, di opinioni politiche, di condizioni personali e sociali.
Obiettivo di questa giornata è quello di contribuire a sradicare tutte le forme di discriminazione legate al genere e tutelare le minoranze.
La discriminazione nei confronti delle comunità LGBTIQ+ (persone lesbiche, gay, bisessuali, transgender e intersessuali) e la violazione sistematica dei loro diritti fondamentali è, ancor oggi, un fenomeno assai diffuso. È quindi necessario ribadire costantemente i principi di uguaglianza e di non discriminazione, che costituiscono gli elementi fondamentali della tutela dei diritti umani.
Tali principi sono garantiti dalla Convenzione europea dei diritti dell’uomo, ed è stato rafforzato dal Protocollo nº 12 a tale Convenzione che vieta qualunque forma di discriminazione dalle autorità pubbliche, per qualunque motivo.
Perché la diversità rappresenta un problema per alcune persone?
La paura di ciò che è sconosciuto, ritenuto “anormale” o che comporta impegno per comprendere il mondo, sono le ragione di ogni discriminazione verso le altre persone. Il desiderio che tutto sia inquadrato negli schemi conosciuti, in modo da poter prevedere il mondo circostante è il motore dell’intolleranza.
La nostra mente preferisce utilizzare categorie ben conosciute, e gli spazi intermedi tra una scatola e l’altra, ovvero le diverse sfumature, perché questo atteggiamento semplifica la realtà e la rende comprensibile. Dipanare la complessità costringe a fare fatica: pensare, rallentare, cercare informazioni, sperimentare il diverso e verificare le proprie convinzioni.
Un argomento utilizzato da chi opera discriminazioni in base al genere o all’orientamento sessuale si basa sul concetto di “contro natura“. Secondo questo approccio, è naturale solo il rapporto eterosessuale tra un uomo e una donna. Un diverso orientamento sessuale e un’identità diversa da quella corrispondente al sesso di nascita sono considerati “contro natura” e pertanto non sono visti come “normali“. Da qui, il diritto di discriminare, perseguire e stigmatizzare omosessuali, bisessuali, transgender, transessuali e coloro che ritengono di non appartenere a nessuna categoria in particolare.
Il diritto all’autodeterminazione
Il diritto di ogni persona di scegliere come vivere, come sentirsi, con chi fare sesso e di chi innamorarsi è alla base della convivenza civile. Ogni qualvolta che qualcuno ritiene che esista una posizione giusta, la sua, e pretende che tutti si adeguino a tale pensiero, si pongono le basi di una ingiustizia, di contrapposizioni e, talvolta, conflitti violenti.
Comprendere come qualcuno possa pensare di possedere una verità è contraria al continuo mutamento di ogni cosa intorno a noi. Nulla è fermo e certo per sempre, nulla è vero per tutti e per sempre. In questo continuo mutare delle cose, pensare che proprio la vita sentimentale, l’orientamento sessuale, o l’identità di una persona possano essere imbrigliate da qualcosa di eterno e vero è davvero improbabile. Così, il diritto all’autodeterminazione è il contributo individuale al mutamento del tutto.
Il contrasto al pregiudizio
Giornata internazionale contro l’omofobia, la bifobia e la transfobia che si celebra il 17 maggio è un importante contributo al contrasto del pregiudizio e alla sensibilizzazione di “tuttə” (*), anche di coloro che, come me, amerebbe potersi definire “libero” dai pregiudizi.
Il pregiudizio fa parte dell’essere umano. Chi più, chi meno, tutti ne abbiamo; tutti, infatti, apparteniamo a una qualche cultura che ci ha trasmesso i suoi valori. La cultura, trasmessa attraverso norme, divieti, tabù, racconti, miti, fiabe e spiegazioni dei fatti del mondo, contribuisce in modo profondo alla nostra vita mentale. Accettare che siamo tutti soggetti e condizionati dai nostri pregiudizi, ci consente di conoscerli e tenerli a bada in modo da non generare ingiustizie e sofferenza in coloro cui sono rivolti.
Un lungo lavoro culturale
Penso di poter affermare che questo, come altre migliaia di altri contributi di questo genere, vengono letti da coloro che sono già sensibili a questo tema. Chi la pensa diversamente, ovvero chi ha comportamenti discriminatori o che dice di non essere omofobico, affermando di “avere molti amici gay“, non leggerà mai un post come questo. Dunque, come sarà possibile eliminare la discriminazione contro chi non si ritiene eterosessuale?
Il cambiamento culturale avviene attraverso i consueti agenti, quali la famiglia, la scuola e le istituzioni. Gocce di sensibilità e di giustizia che devono essere sparse quotidianamente per riempire l’oceano dell’ignoranza e del pregiudizio.
Le istituzioni citate devono mostrare coraggio e affermare tenacemente la varietà della natura umana, che non implica un pericolo, bensì un arricchimento per l’intero essere umano. Chi è preposto a creare una società che unisce, anziché dividere, non deve esimersi dall’esprimere una opinione chiara sui principi di uguaglianza affermati dalla nostra costituzione.
(*) Convenzionalmente, il carattere “ə” (schwa) viene utilizzato per indicare tutti i generi, quindi come simbolo di inclusione.