Viviamo in una società che ci chiede di porci sempre nuovi obiettivi. Dobbiamo ogni giorno impegnarci, dare di più, essere più produttivi, venire approvati dalle altre persone che ci guardano e ci scrutano alla ricerca dei nostri errori. Queste richieste del mondo nel quale siamo immersi provocano in noi molta tensione. Gli obiettivi devono essere infatti sfidanti, importanti come se non bastasse quello che stiamo già facendo. Eppure, non sta scritto da nessuna parte che dobbiamo correre,. Ma dove dobbiamo andare? E come se corressimo in una grande pianura cercando di raggiungere un orizzonte che continua ad allontanarsi man mano che cerchiamo di toccarlo. Perché non proviamo ad accettare e a provare quello che siamo? Quando saremo davvero in grado di accettare i nostri limiti e quello che siamo potremo accorgerci della assurdità dei nostri comportamenti attuali. Impegnarsi non vuol dire condursi allo sfinimento per accontentare le richieste del mondo che ci sta intorno. Accettare quello che siamo rende sereni, cercare di accontentare gli standard imposti dall’esterno ci distrugge.