Identificarsi con qualcosa significa percepirsi non per quello che si è, ma in relazione a un aspetto, interiore o esteriore, che ci fa sentire di avere valore e consistenza umana, meritare di essere amati e considerati. Senza voler esagerare con le parole, potremmo dire che esisto, vado bene, posso stare nel mondo finché sono in un certo modo o mi adeguo a determinati canoni. Naturalmente i criteri diversi da epoca a epoca e ogni individuo finisce per aderire a quelli che gli appaiono più desiderabili o raggiungibili. Una definizione classica definisce l’identificazione in questo modo:
L’identificazione, in psicologia, rappresenta quel processo mediante il quale un individuo costituisce la propria personalità assimilando uno o più tratti di un altro individuo e modellandosi su di essi.
Il nucleo vivente che siamo viene ricoperto da clic, o da depressione da non clic. Se ci togliessimo la maschera saremmo in grado di guardarci allo specchio senza vergogna? Accettare la realtà che è il nostro nucleo, è il destino che prima o poi tocca a tutti. La bellezza non è un merito, come la ricchezza o l’intelligenza; quando svaniranno i nodi verranno al pettine mostrando implacabilmente la finzione sulla quale siamo stati poggiati. Non è ovviamente un problema essere belli o famosi; è un problema pensare che quella caratteristica siamo noi.