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Il manuale diagnostico e statistico dei disturbi mentali (DSM V) definisce i seguenti criteri per la diagnosi del Disturbo da travestistismo:

  1. Eccitazione sessuale ricorrente e intensa, manifestata attraverso fantasie, desideri o comportamenti, per un periodo di almeno 6 mesi, derivante dal cross-dressing, cioè dall’indossare indumenti del sesso opposto..
  2. Le fantasie, i desideri o i comportamenti sessuali causano disagio clinicamente significativo o compromissione del funzionamento in ambito sociale, lavorativo o in altre aree importanti.

Il travestitismo, va chiarito, non si sovrappone con il disturbo d’identità di genere. Chi nasce biologicamente uomo, ma si sente donna, probabilmente si vestirà da donna, ma la ragione è che la sua identità è femminile.

Il disturbo da travestitismo riguarda uomini che si sentono uomini, ma che si eccitano indossando abiti e accessori femminili. Il fenomeno può riguardare anche le donne, ma il fenomeno non è visibile in quanto, culturalmente, le donne indossano abitualmente e indifferentemente abiti sia maschili che femminili.

Anche in questo caso,  non è il comportamento a farlo definire un disturbo, ma il fatto che esso determini un disagio clinico e problemi nella vita sociale della persona.