Tecnicamente, quanto successo all’aereo tedesco nei giorni scorsi, viene attribuito allo human factor, differenziando così questa causa da un cedimento strutturale, un attentato terroristico o un uragano che travolge l’aeromobile. Molte delle cause che possono provocare un incidente di volo appartengono agli human factor. Molto però rimane fuori dalla prevedibilità. Il pilota tedesco che ha provocato lo schianto a terra, e la conseguente morte di tutti coloro che si trovavano a bordo, sembra essere stato nel passato in cura per depressione. La scoperta di un episodio di depressione nel passato di un pilota cui viene affidata la responsabilità di altre persone, pone la necessità di un ulteriore passo per ridurre i rischi dovuti alla imprevedibilità umana. L’errore è parte non completamente eliminabile dal comportamento umano, ma in questo caso si tratta della scelta deliberata di suicidarsi, trascinando con sé altre persone. Vorremmo essere capaci di prevedere il comportamento umano da segnali più o meno evidenti e, forse, la tecnologia potrebbe venirci in aiuto. I tentativi condotti negli Stati Uniti per comprendere cosa un soggetto stia pensando, sembrano dare risultati incoraggianti. Un pilota potrebbe venir monitorato da remoto durante il volo, e da terra si potrebbe assumere il controllo dell’aereo in caso di maleintenzioni. A desiderare il disastro potrebbe però essere l’uomo a terra, che togliendo il controllo al pilota in volo, sarebbe in grado di far precipitare l’aereo da remoto. La depressione potrebbe peraltro agire su un meccanico addetto alla manutenzione a terra, o al suo supervisore incaricato del controllo finale. Quanto detto può riguardare tutti i settori della vita. Ognuno di noi dipende dal buon comportamento altrui. Medico, conduttore di autobus, panettiere (veleno nella farina) o dirigente di azienda sono figure dalle quali dipende la salute, la vita o la morte di chi si relaziona con loro. Ecco introdotto il tema della fiducia verso gli altri esseri umani. Non esiste una forma di controllo in grado di prevenire disastri come quello avvenuto nei cieli francesi. La sicurezza e la libertà necessitano di un equilibrio. Chiusi nella nostra camera da letto saremo forse più sicuri che sopra un aereo diretto verso una meta turistica, ma avremo quasi certamente la sensazione di perdere una opportubìnità per vivere. Ciò che sembra sicuro (safe) è sicuramente poco rischioso ma anche meno stimolante. Pensare di controllare totalmente l’ambiente implica necessariamente la limitazione delle libertà individuali e delle possibilità esplorative che, per definizione, contengono l’alea presente in quello che non conosciamo. Le compagnie aeree di tutto il mondo hanno inserito, da subito dopo il disastro dell’aereo tedesco, l’obbligo di presenza di almeno due persone in cabina di pilotaggio. Le limitazioni introdotte però, spingono i maleintenzionati a ricercare nuove soluzioni per aggirare gli ostacoli. Solo la fiducia negli altri ci può tranquillizzare. Non facile però, e non facile nel breve periodo, perché implica la costruzione di una cultura della convivenza e della cooperazione paritetica che può venire introiettata solo se respirata sin dall’infanzia. Avanti, dunque, con la scuola e con l’educazione civica, per migliorare i rapporti umani e diminuire con ciò anche l’insorgenza (in parte ereditaria) della sofferenza depressiva.