La capacità di dare ascolto al proprio Sè profondo o, con le parole di Assagioli, al Superconscio, non è data in partenza alle persone ma va sviluppata e alimentata. Nel linguaggio comune si potrebbe dire “ascolta il tuo cuore”, segui le tue inclinazioni oppure entra in contatto con la tua anima e ascoltala. Come dicevo non è semplice perchè per “sentire” bisogna spegnere il rumore di sottofondo rappresentato dalla nostra mente cosciente, quella che ci fa stare in contatto col mondo. La meditazione, nelle sue infinite forme è sempre stata indicata come lo strumento per spegnere momentaneamente la mente e lasciere emergere la parte di noi che può indicarci la strada, far germogliare nuove idee e far scaturire le intuizioni, dandoci la sensazione di evolvere verso una conoscenza di noi stessi e del mondo prima sconosciute. Non si tratta esclusivamente di una evoluzione sul piano dello spirito o su quello di ciò che siamo e facciamo ogni giorno; si tratta di dare voce alla nostra verità, a ciò che siamo nel profondo, iniziando quello che possiamo definire il processo di guarigione. Come si può comprendere, si tratta di dare voce a parti di noi silenti e private della possibilità di esprimersi. Il silenzio interiore va perseguito anche quando la tensione e l’ansia ci impediscono di fermarci. Se non riusciamo a meditare nelle forme più consuete, possiamo allora fare attività fisica, meditare camminando o correndo. L’obiettivo e spegnere gli automatismi e le abitudini per ascoltare la parte di noi che può essere sentita solo nel silenzio.