Vediamo alcuni atteggiamenti e comportamenti che caratterizzano le persone che valutano in modo insufficiente se stesse e le proprie competenze. Se vi riconoscete in questo elenco, potete usare questi spunti di riflessione per mettere in moto il processo di cambiamento. La tendenza potrebbe essere quella di chiudersi e indugiare, anziché mettersi alla prova. È utile tenere sempre presente che aspettare un momento futuro più favorevole per agire è del tutto inutile e rischia di diventare una modalità stabile di affrontare le difficoltà.
Vediamo, quindi, cosa sente, pensa e come agisce una persona che potremmo definire con una bassa autostima.
Si vergogna
La vergogna di sé è il veleno di cui si nutre ogni giorno chi soffre di scarsa fiducia in se stesso. È un sentimento distruttivo alla base della sofferenza, perché toglie dignità a ogni caratteristica di sé. Diventa così difficile esporsi e vivere una vita spontanea e autentica. La priorità diventa nascondere le parti di sé che considera inaccettabili e non mostrabili.
È spaventato dagli impegni
Le normali attività della vita rappresentano motivo di preoccupazione. La sensazione di non essere in grado di far fronte alle attività della vita quotidiana, produce ansia e rinuncia alle attività potenzialmente piacevoli.
Si sente insufficiente
Un sentimento molto forte è quello di non fare mai abbastanza. Ogni azione lascia una scia, la sensazione che avrebbe potuto e dovuto fare di più o diversamente. La vita, quindi, è un continuo correre per raggiungere una meta che non esiste, un orizzonte che si allontana sempre più, producendo la spiacevole sensazione di non riuscire mai a sentirsi adeguato.
Si sente costantemente giudicato
Il sentimento di insufficienza lo fa sentire sotto la lente giudicante delle persone che lo circondano e dalle quali si sente osservato e scoperto nelle sue mancanze.
È ipercritico con se stesso e pretende la perfezione
Rivolge a se stesso critiche puntigliose che non rivolgerebbe ad altre persone in situazioni analoghe. È intransigente con se stesso e si pone come standard la perfezione. Questa rigidità verso il proprio agire produce inevitabilmente delusioni e frustrazioni con un costante sentimento di insoddisfazione.
Non ha obiettivi o interessi stimolanti
Fatica a identificare attività che possano dargli soddisfazione. La sensazione di inefficacia e di sfiducia fanno bloccare sul nascere qualsiasi tipo di progetto e la ricerca di obiettivi da raggiungere.
Evita le situazioni che teme
La strategia dell’evitamento è abituale in queste persone. Ogni episodio nel quale avviene una rinuncia ad agire per timore del fallimento, produce una ulteriore riduzione del senso di efficacia e alimenta il senso di colpa per non essere stato capace di agire.
Rinuncia a esprimere le proprie opinioni
Il timore del giudizio da parte delle altre persone inibisce l’espressione delle proprie idee. L’opinione negativa che potrebbe generarsi viene vissuta come insopportabile.
Si lamenta
L’autocommiserazione e le lamentele sono spesso presenti nei suoi discorsi. La persona si sente incompresa nella sua condizione, e manifestando questi sentimenti tende ad allontanare le altre persone.
Rimpiange le occasioni perdute
Rimugina su un passato nel quale avrebbe potuto agire diversamente e avrebbe potuto cogliere le opportunità che gli si erano presentate. Oscilla tra rimpianti per il passato e timori per il futuro, senza riuscire a concentrare le sue energie nel presente.
Assume il ruolo di vittima
Si sente vittima di un mondo ostile, ingiusto e pericoloso, che si accanisce contro di lei. Questo atteggiamento rappresenta un alibi piuttosto che una presa d’atto di come stanno effettivamente le cose. In questo ruolo si sente legittimata a non agire, prendendo in mano le redini della propria vita.
Mette i propri bisogni in secondo piano
Preferisce occuparsi degli altri, anziché coltivare una forma sana di egoismo in cui prende nota dei propri bisogni e se ne occupa. Si trascura fisicamente e psicologicamente, nutrendo sempre di più il senso di colpa e di incapacità di agire.
Cerca continuamente l’aiuto di altre persone
La responsabilità della propria vita è demandata all’esterno, chiedendo consigli e conferme alle altre persone. Alimenta così, a ogni richiesta di aiuto o di supporto, la convinzione di non essere all’altezza e di dipendere dagli altri per prendere le decisioni importanti per la sua vita.
Rimanda scelte e impegni
Spostare in avanti gli impegni significa rimandare l’assunzione immediata della responsabilità della propria felicità. La speranza che procrastinando, i nodi si possano sciogliere da soli col semplice scorrere del tempo, raramente si concretizza e, più spesso, rimane una illusione.
Mette in discussione le proprie capacità
Il dubbio sulle proprie competenze è piuttosto generalizzato. Dall’esterno, gli vengono riconosciute delle capacità, ma la persona non attribuisce il giusto valore a queste abilità.
Non riconosce i propri successi, o li attribuisce al caso
I successi e i buoni risultati ottenuti nel passato vengono svalutati, anche quando frutto di impegno e dedizione. Attribuisce al caso e non alle proprie capacità ogni buon risultato ottenuto. L’esperienza passata non rappresenta il trampolino di lancio per nuovi progetti e viene rapidamente archiviata senza riuscire a godere dei risultati positivi.
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