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Ascolta il tuo dialogo interiore e riconosci le parti che in te stesso si contrappongono, o si muovono nella stessa direzione. Questa frase potrebbe sollecitare una reazione di disaccordo con l’ipotesi di non essere sempre Io, uno solo, a percepire, pensare, provare emozioni decidere. In realtà, basta soffermarsi nel silenzio per qualche minuto, per accorgerci di di quante voci , non sempre concordanti, affollano la mente.

Vorrei, Non sei capace, Mi piaccio, Quel difetto è insopportabile, Non ce la puoi fare, Come pensi che gi altri possano accettarti?

Il dialogo che abbiamo con noi stessi, è un chiacchiericcio che, in ogni momento della giornata, ci accompagna e del quale raramente ci rendiamo conto. Conoscere gli scambi comunicativi che avvengono dentro di noi serve a portare in superficie le dinamiche mentali, emotive e fisiche che ci consentono di sentirci sereni o preoccupati, confidenti o sfiduciati, proattivi o passivi, curiosi o disinteressati, aperti o chiusi rispetto alle nuove esperienze.

La mente non si ferma mai, ma la sua attività è utile solo in parte. Quasi sempre ci troviamo in uno stato del quale non siamo consapevoli, nel quale parti di noi dialogano e si scambiano opinioni, ma anche giudizi taglienti che influenzano le nostre azioni. Quando crediamo di agire in modo libero e commisurato al contesto nel quale ci troviamo, lo facciamo in realtà a valle di lunghe discussioni interiori, nelle quali costruiamo i presupposti per gli atteggiamenti che guideranno le nostre azioni. In queste discussioni, l’accordo non è scontato, e a prendere le redini è sovente la parte più critica e svalutante.

Avviene così che, a prendere il potere decisionale è la parte di noi che preferisce sopravvivere senza correre rischi, che è convinta di non saper far fronte alle emozioni negative, che sottovaluta le proprie risorse e ignora le esperienze positive avute in precedenza. Le vita è vista come un campo di battaglia nel quale si conosce solo la ritirata come strumento per la salvezza.
La realtà è un’altra; tutte le persone, anche noi naturalmente, sono ben equipaggiate e rifornite di quanto serve per rispondere in modo adeguato alle richieste della vita.
I nostri pensieri sono in grado di spiegare come ci sentiamo e come ci comportiamo. Dobbiamo portare il nostro dialogo interiore in superficie, per individuare quale stile di pensiero ci caratterizza e ci condiziona. Il modo in cui abbiamo costruito negli anni questi automatismi di pensiero può essere oggetto di indagine in psicoterapia. In questo testo, il focus è sul cambiamento dei comportamenti, che passa dal riconoscimento degli automatismi sottostanti, per poi mettere in atto dei gesti concreti volti alla trasformazione.

Spesso viene usato il concetto di crescita personale, e di evoluzione verso livelli più alti di coscienza e di libertà dai condizionamenti interni ed esterni. Crescere significa quindi diventare più liberi, non tanto da vincoli esterni reali, ma da limitazioni autoimposte e indotte dall’ambiente nel corso della vita.

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