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La sindrome di Cenerentola è un modo per definire sinteticamente la condizione femminile che si è costituita e rinforzata nel corso dei millenni. In questa narrativa, la donna viene descritta, come priva di autonomia, dipendente da un uomo che la salverà e si occuperà di lei, debole, fragile e bisognosa della protezione maschile. La possibilità di autodeterminarsi viene preclusa alle donne per ragioni pretestuose che si condensano in una cultura che vede il  potere maschile indiscutibile.

 La donna non è stata creata da una costola di Adamo

Eva, creata da Dio, o evoluta a partire da forme primordiali di vita, esiste in modo indipendente dall’uomo, e proprio l’uomo ha creato un racconto che la relegasse al ruolo di bisognosa dell’aiuto maschile. Pur convinto che nessuno creda più convintamente alla vicenda di Eva creata attraverso Adamo, sento che gli influssi culturali di quella credenza siano ancora insiti nel tessuto sociale e si esplicitino nel divario tuttora esistente nel mondo tra la condizione maschile e quella femminile.

Fatico a immaginare che il progresso civile conduca rapidamente a non considerare il genere come elemento discriminatorio tra le persone. Auspico che milioni di donne, di ogni colore politico, etnia, religione o ceto sociale, prima o poi scendano in piazza per affermare  che non accettano più alcuna discriminazione in quanto sono di sesso femminile.

Il cambiamento può avvenire solo se uomini e donne sono però convinti/e interiormente dell’equità come traguardo da raggiungere insieme. Mi sembra di avere una allucinazione, quando osservo il mondo e assisto a infinite forme di prevaricazioni maschili mascherate da azioni giuste per le donne. Le donne afgane e iraniane sono solo la punta di un iceberg di prevaricazione, cui non si sottraggono ovviamente i paesi occidentali.

Il sesso debole

La donna è stata definita per millenni il sesso debole, principalmente dagli uomini, ma anche le donne hanno accettato e assecondato questa definizione, sopportandone il peso e considerandola una verità. Sono molte, in realtà, le storie di donne emancipate, combattive e decise ad autodeterminare la propria vita, ma non sono riuscite a ribaltare la visione comune e vengono definite come eroine ribelli, e non avamposti emancipati del sesso femminile che, negli ultimi decenni, ha finalmente preso coscienza della propria forza.

Il valore di maschi e femmine non si misura in caratteristiche fisiche intellettive o caratteriali, ma viene espresso in modo diverso, secondo le proprie inclinazioni. La differenza fisica sulla quale si è basata la presunta forza maschile e sulla corrispondente debolezza del sesso femminile, è solamente una delle caratteristiche che descrivono e definiscono un essere umano. Alla forza fisica è stata attribuita un’importanza che non consente,  da sola, che il genere umano evolva e si espanda  sulla terra. Eppure, la forza fisica è stata usata da sempre dagli uomini sulle donne per affermare il proprio dominio. La sensibilità femminile viene indicata come mancanza di forza e quindi, indicatore di debolezza.

Desiderio di autonomia

Il primo passo verso il cambiamento è lo sviluppo del desiderio di diventare autonome. Il benessere non dipende da altre persone, ma dall’atteggiamento delle persone. Gli atteggiamenti hanno le loro radici nelle famiglie e nella scuola. Solo queste agenzie hanno la possibilità di creare menti diverse da quelle che si autoriproducono senza discostarsi dalla rappresentazione della donna come I balzi in avanti inferiore debole e dipendente dall’uomo. Il processo è lento, perché parte dal basso, dai genitori e dagli insegnati di ogni livello. Chi ha respirato aria intrisa di inferiorità, da adulta faticherà a percepirsi come autonoma.

La resistenza maschile

Gli uomini hanno costruito la società in modo da tutelarla da cambiamenti che limitassero la loro posizione di privilegio. Religioni, leggi, tradizioni e norme non scritte, trasferite di generazione in generazione, sono gli strumenti usati dai maschi per conservare uno status quo che dura da quando esiste l’uomo. Donne e uomini indistintamente, rispettano le norme sociali che mettono la femmina in una posizione di dipendenza dal maschio che consentono a quest’ultimo di mantenere e rinforzare i propri vantaggi. Uomini e donne sono intimamente convinti che queste norme siano giuste. Abbiamo dunque introiettato e fatte diventare nostre regole sociali ingiuste.

Autodeterminazione femminile

Decidere per sé stesse, di come vivere la vita, di quali regole seguire, e fare tutto ciò da sole, senza chiedere aiuto a un uomo per creare il proprio presente e il proprio futuro, è traducibile con la parola “autodeterminazione“.

  • Chi crede sia giusto che delle regole religiose, peraltro scritte da uomini, costringano le donne a indossare il velo, o a coprirsi integralmente?
  • Chi crede sia giusto che le donne afgane non possano frequentare le università?
  • Chi crede che la pratica dell’infibulazione abbia un senso?
  • Chi crede che sia giusto che in alcune aree del mondo esistano i matrimoni combinati?
  • Chi crede sia giusto, a parità di mansione, che anche in Italia una donna guadagni meno di un uomo?

Questi sono esempi di iniquità cui le donne sono sottoposte e l0elenco potrebbe essere infinito. Gli uomini non si chiedono se possono scegliere come vestirsi e non devono combattere per studiare. Il diritto maschile all’autodeterminazione non è in discussione.

Investire su se stesse e non sul riconoscimento maschile

Sforzarsi di venire riconosciute “di valore” da parte degli uomini, non è mai una buona scelta. Il valore e il potere personale, sono riconoscimenti instabili se provengono dagli altri. La strada migliore è quella di investire sulla propria autonomia e indipendenza, immaginare che sia possibile cambiare la propria vita, volere con tutte le forze di poter decidere per sé stesse e rifiutare ogni forma di dipendenza.

Le donne, ancora oggi, agiscono molti comportamenti con lo scopo di compiacere degli uomini. In realtà non è necessario, per essere felici, essere seduttive, essere brave donne di casa, essere brave mamme,  essere brave lavoratrici, essere brave studentesse ecc. Agli uomini non viene fatta questa richiesta e questo dovrà valere, spero presto, anche per le donne. Siate quello che siete voi, e non quello che vogliono gli uomini.