Quando non vediamo una via di uscita nelle diverse situazioni che si presentano quotidianamente e, talvolta, nella nostra vita nel suo complesso, cadiamo in un buio spaventoso e ci sentiamo privi delle energie necessarie per immaginare una soluzione. In questa penosa condizione psicologica, le risposte ad alcune domande rappresentano delle tracce da seguire per uscire dal tormento.
- Quali atteggiamenti sono più adatti a cambiare il nostro stato d’animo?
- Come avviare un processo virtuoso che ci faccia ripartire con rinnovata fiducia e speranza?
- Quale aiuto esterno possiamo ragionevolmente attenderci?
Ecco alcuni accenni di risposta, che attingono dalla pratica clinica e da esperienze personali che rappresentano spunti di riflessione per immaginare che una via di uscita esista anche per voi..
1. Quali atteggiamenti sono più adatti a cambiare il nostro stato d’animo?
Accettare la propria condizione attuale
Innanzitutto, è bene tenere conto che non servirà a niente rifiutare la sofferenza nel momento in cui la state vivendo. Prendere atto della condizione di partenza senza giudicarla o lamentandosene. Le cose stanno così; giudizio e lamento vi faranno ristagnare nella vostra condizione, immobilizzando ogni vostra energia.
Smettere di rimuginare
Masticare continuamente gli stessi pensieri, consuma le vostre energie, aumentando il senso di impotenza. Il rimuginio imprigiona la vostra mente sui pensieri negativi, mantenendovi nella stessa condizione, Il pensiero circolare intorno a un problema va interrotto.
Lasciare andare i sensi di colpa
Alimentare eventuali sensi di colpa, blocca ogni possibilità di cambiamento. Tutti commettono errori, tutti avremmo voluto evitarli, ma continuare ad alimentare il senso di colpa non sarà di alcun aiuto per ritrovare uno stato di benessere.
Percepirsi artefici della vostra vita, piuttosto che vittime del mondo esterno
Il ruolo di vittime non aiuta, e alimenta il senso di impotenza. Guardarsi come possibili artefici della propria condizione, porta ad attivarsi perché offre la possibilità di incidere positivamente anziché subire passivamente gli eventi.
2. Come avviare un processo virtuoso che ci faccia ripartire con rinnovata fiducia e speranza?
- Se vi è possibile, attiviate il corpo svolgendo attività fisica prolungata e di bassa intensità. Passeggiate, corse e una pedalata in bicicletta attivano il rilascio di endorfine, che determinano un sensibile stato di benessere. Inoltre, state facendo qualcosa di concreto per voi, e questo aumenterà la sensazione di avere il controllo su voi stessi e di non essere vittime impotenti.
- Dite BASTA! Vi verrà la tentazione di pensare che non siete in grado di riuscirci. Ripetete ogni giorno l’esercizio e spostate l’attenzione su qualcosa di pratico che potete fare.
- Evitate di evitare o rimandare quello che sapete di dover fare. Evitare e rimandare, infatti, aumentano lo stato di tensione derivante dal fatto di non agire ciò che vorreste o dovreste fare.
- Cominciate a fare delle piccole cose, piuttosto che cercare una soluzione ai vostri problemi.
3. Quale aiuto esterno possiamo ragionevolmente attenderci?
Parenti, amici, colleghi e conoscenti possono rappresentare delle risorse utili, ma non saranno loro a svegliarsi di buon umore al posto vostro, e affrontare la vita con le sue tante sfaccettature. I consigli, seppur sinceri delle persone che vi vogliono bene, provengono sempre dalle loro esperienze e dai loro punti di vista. Il loro modo di affrontare la vita e di trovare soluzioni ai problemi, potrebbe non adattarsi a voi. Inoltre, la volontà necessaria per agire non è trasferibile da una persona all’altra, e sarete voi a doverla generare.
Dunque, le persone intorno a voi potranno indicarvi quello che pensano essere il migliore sentiero percorribile dal loro punto di vista. Poi, dovrete comunque allacciarvi gli scarponi e camminare. Penso così all’aiuto esterno come un faro che illumina la prima parte della via che dovrete percorrere. Nessuno potrà però vivere la vostra vita.
Detto questo, ogni indugio ingrandisce le vostre incertezze e consuma la fiducia in voi stessi. Siete il comandante della vostra vita; non date ascolto eccessivo alle vostre paure, e conducete la vostra nave (la vostra vita) verso i lidi che vi ispirano. Quello che sentite adatto a voi è probabilmente la cosa giusta che dovete fare. Non indugiate.
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Raccomandazione
In coda a queste indicazioni, non posso esimermi dal raccomandare ai lettori di non sottovalutare i sintomi e di chiedere un primo aiuto al medico di base per valutare insieme la necessità di un aiuto farmacologico e di una psicoterapia. Accantonate per un momento la paura di venire giudicati deboli, pazzi, depressi o strani. Il giudizio, o meglio, il pre-giudizio proviene dalla bocca degli stolti.
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