Sii una signora è il titolo del video di Cynthia Nixon di cui riporto alcuni stralci della traduzione. In questo video, sono racchiuse alcune delle tante frasi che gli uomini rivolgono alle donne, instillando in esse sentimenti di incapacità, dipendenza, inferiorità e senso di colpa. Le parole non sono innocue, ma opprimenti e svalutanti.
Be a Lady – Sii una signora
La tua gonna è troppo corta. La tua camicia è troppo stretta. Non mostrare così tanta pelle. Lascia qualcosa all’immaginazione. Non fare la tentatrice.
Gli uomini non possono controllarsi. Gli uomini hanno dei bisogni. Sii sexy. Sii attraente. Non essere così provocante.
Indossa il nero. Indossa i tacchi. Sei troppo vestita. Sei troppo svestita. Ti stai lasciando andare.
Sii una signora
Non essere troppo grassa. Non essere troppo magra. Mangia. Dimagrisci. Smetti di mangiare così tanto. Ordina un’insalata. Non mangiare carboidrati. Salta il dessert. Mettiti a dieta. Dio, sembri uno scheletro! Perché non mangi e basta? Sembri emaciata. Sembri malata. Agli uomini piacciono le donne con un po ‘di carne sulle ossa. Sii una taglia zero. Sii un doppio zero. Sii niente. Sii meno di niente.
Togli i peli del tuo corpo. Sbianca questo. Sbianca quello. Elimina le tue cicatrici. Copri le smagliature. Stringi gli addominali. Gonfia le tue labbra. Botox per le tue rughe. Alza il viso. Solleva le tette. Sembra naturale! Ti stai ossessionando. Sembri finta. Agli uomini non piacciono le ragazze troppo fissate.
Sii una signora
Truccati. Evidenzia gli zigomi. Fodera le palpebre. Definisci le sopracciglia. Allunga le ciglia. Colora le labbra. Polvere, fard, bronzo, illuminante.
I tuoi capelli sono troppo corti. Tingiti i capelli. Non blu, sembra innaturale! Sembri così vecchia. Il vecchio è brutto. Agli uomini non piacciono i brutti.
Sii una signora
Non fare la puttana. Non dormire in giro. Agli uomini non piacciono le troie. Non essere puritana. Non essere così tesa. Sorridi di più. Asseconda gli uomini. Sii esperta. Sii sensuale. Sii innocente. Sii sporca. Non essere come le altre ragazze.
Sii una signora – dicono-. Non parlare troppo forte. Non parlare così tanto. Non essere aggressiva. Perché sei così infelice? Non fare la stronza. Non essere così prepotente. Non essere così emotiva. Non piangere. Non urlare. Non dire parolacce. Sopporta il dolore. Non lamentarti.
Cucina la sua cena. Rendilo felice. Questo è un lavoro da donna. Sarai una buona moglie un giorno. Prendi il suo cognome. Hai detto bene il tuo nome? Pazza femminista. Dagli dei bambini. Non vuoi bambini? Un giorno cambierai idea.
Sii una signora
Non farti stuprare. Non bere troppo. Non camminare da sola. Non uscire troppo tardi. Non vestirti così. Non ti ubriacare. Non sorridere agli estranei. Non uscire di notte. Non fidarti di nessuno. Non dire di sì. Non dire di no.
Ma esiste sempre qualcosa di peggio, ad esempio, la vittimizzazione di una donna che ha subito violenza.
Te la sei cercata, sei uscita vestita troppo provocante!
Mi fai schifo come madre e mi fai schifo come donna!!
Io la penso diversamente. Tutte le donne devono avere la possibilità di essere quello che sono, senza che qualcuno si senta in diritto di incolparle di avere comportamenti che provocano la violenza. Molte delle frasi che vengono rivolte alle donne, sono impensabili se immaginate dirette a un uomo.
Vi riporto un episodio realmente accaduto in un contesto professionale.
Una professionista partecipa a una riunione aziendale in cui presenta ad alcuni colleghi maschi un suo progetto. Dopo essere stata presentata da uno dei presenti, la donna, che chiameremo Anna, viene invitata a presentare la sua idea. Anna ringrazia della parola, si alza in piedi e si toglie la giacca che indossa, appoggiandola alla sedia. Il suo atteggiamento è assertivo e si rivolge ai presenti guardandoli a turno negli occhi, per mantenere alta la loro attenzione. Presenta il suo lavoro e risponde in modo chiaro e puntuale alle domande che le vengono poste.
Al termine della riunione, il manager che ha organizzato l’incontro, commentando l’andamento dell’incontro, dice ad Anna le seguenti parole.
“Avresti dovuto rimanere seduta senza toglierti la giacca in quel modo disinvolto. Inoltre guardavi tutti negli occhi con atteggiamento di sfida e questo credo non sia stato vissuto bene.”
Provate a pensare se questi commenti sarebbero mai stati fatti nei confronti di un uomo. Penso proprio di no. Agli uomini, infatti, vengono insegnati esattamente i comportamenti di Anna come fondamentali per svolgere con successo la loro professione: assumere una postura assertiva, la voce alta e ferma e lo sguardo fisso negli occhi.
Ad Anna, in quanto donna, è stato chiesto di assumere atteggiamenti stereotipati, chiedendole di essere debole, indecisa e seduttiva, anziché determinata e assertiva.
A me, dice il mio amico Luca, non è mai successo di sentire dire che un uomo sembra un prostituto perché gira con la camicia un po’ troppo sbottonata e neppure di venire a conoscenza che mogli rimproverino i mariti di non avere preparato la cena o di non aver stirato la biancheria.
Non ho nemmeno mai sentito una donna affermare infastidita che il marito voleva persino trovarsi un lavoro e avere uno stipendio come le donne. Non ho mai visto uomini scaldarsi con uno pneumatico che brucia, vestiti con pantaloncini corti e canotta, mentre aspettano clienti cui vendere il proprio corpo.
Voi magari si, ma io non ho mai pensato che un uomo che usa gli slip o dei jeans attillati e sexy meriti di essere stuprato e non ricordo nemmeno di donne imprenditrici chiedere favori sessuali a lavoratori di sesso maschile, in cambio di promozioni.
Nessuno, inoltre, ha mai detto che non sono ancora maturi i tempi per un Presidente del Consiglio e anche la notizia di cronaca in cui un uomo è caduto “accidentalmente” dalle scale, mentre litigavano con la moglie, mi deve essere sfuggita.
Chi vuole rimarcare che anche gli uomini subiscono violenza dalle donne, farebbe bene a ricordare che i numeri sono imparagonabili; il dominio maschile perdura da millenni ed è solo cominciato il processo che condurrà a un rapporto equo e paritario tra tutte le persone, indipendentemente dal sesso, dall’orientamento sessuale, dal credo religioso, dall’etnia e dalla condizione fisica o psicologica.
di Maurizio Massini su ispirazione e con le parole di Elisa Garfagna e Luca Volpe