L’idea è come un paio di occhiali posati sul naso, e ciò che vediamo lo vediamo attraverso essi. Non ci viene mai in mente di toglierli. (Ludwig Wittgenstein)
I pregiudizi
Un giudizio sulla realtà espresso prima di averla conosciuta è un pregiudizio. Un pregiudizio fa modificare i comportamenti assunti, sulla base di informazioni già presenti, anziché dalla presa in esame dei dati reali presenti in un dato momento.
Tutti siamo vittima di pregiudizi. Quali sono i pregiudizi che influenzano la vostra relazione con gli altri? Esiste un essere umano privo di pregiudizi? No, perché i pregiudizi appartengono all’essere umano e influenzano i suoi pensieri, anche quando crede di non averne. Ciascuno di noi usa “giudizi a priori”, spesso socialmente condivisi e crea, attraverso queste credenze legittimanti, quei filtri che gli consentono di selezionare selettivamente ciò che sia idoneo a confermare i suoi pregiudizi.
Questi filtri costituiscono una sorta di ipotesi di lavoro da confermare con ulteriori affermazioni, sottostimando costantemente le affermazioni dissonanti. Con una procedura quasi “poliziesca” cerchiamo di far diventare tanti indizi una prova.
I pregiudizi che postuliamo attraverso questa ipotesi di lavoro ci offrono una chiave di lettura rassicurante della realtà che ci circonda. Una realtà costituita da situazioni nuove e inaspettate che ci coglierebbero, altrimenti, impreparati.
I pregiudizi sono una sorta di comfort zone dalla quale è necessario uscire se vogliamo capire il mondo di un altra persona. Uscire dallo spazio ristretto delle nostre convinzioni, permette di allargare l’orizzonte e scoprire che le cioè quelle opinioni creatisi prima della conoscenza diretta delle cose.
La sospensione del giudizio sugli altri e sul mondo, mostra la realtà senza il filtro degli occhiali di cui parla Wittgenstein.
Riconoscere i propri pregiudizi consente di metterli da parte quando incontriamo situazioni e persone che ci sembrano note, ma che in realtà sono sempre nuove, uniche e irripetibili. Bisogna essere guida di se stessi e capaci di una profonda e onesta auto-analisi per riconoscere i pregiudizi che filtrano il pensiero.
Gli stereotipi
Per spiegare cosa sia uno stereotipo, parto da una categoria di stereotipi legati al genere. In effetti, si chiamano proprio stereotipi di genere e riguardano le caratteristiche attribuite a tutti gli uomini e a tutte le donne.
- tutte le donne sanno cucire, gli uomini sanno cambiare la corda della tapparella;
- tutti gli uomini sono aggressivi, le donne dolci e remissive;
- tutte le donne si occupano della casa, gli uomini guidano l’automobile e la portano a lavare;
- tutti gli uomini eccellono nelle materie scientifiche, le donne in quelle manistiche;
- tutte le donne amano conversare più degli uomini;
- tutti gli uomini sono razionali, le donne emotive.
Come si vede, le caratteristica viene attribuita a tutti gli individui di una certa categoria, ad esempio, gli immigrati. Questo pensiero uniforme, impedisce l’emergere degli individui come persone e il loro riconoscimento all’interno di un gruppo.
Cosa comportano pregiudizi e stereotipi?
Pregiudizi e stereotipi pervadono la nostra mente, anche se pensiamo che non sia così. Semplificano la realtà e accelerano il processo decisionale, ma al contempo, la loro adozione produce spesso errori. Infatti, l’analisi meticolosa e costante dei dati di realtà produce meno errori, ma è molto dispendiosa per il nostro cervello.
L’adozione di pregiudizi e stereotipi porta discriminazioni e ingiustizie ai danni degli individui e dei gruppi che ne sono vittima, a causa dei frequenti errori di valutazione che producono.
Come evitarli
Per evitare gli errori prodotti dai pregiudizi e dagli stereotipi, è necessario accettare di esserne vittima, riconoscere quelli che abitualmente utilizziamo e smascherarli quando li adottiamo.
A questo punto, potremo decidere di rallentare il pensiero, fare un’analisi dei dati e adottare un giudizio (senza il Pre)e una decisione diversa.