L’ansia da prestazione è usualmente associata alla vita sessuale, ma riguarda in realtà quel disagio che accompagna l’obbligo di dimostrare, la necessità di raggiungere un risultato, le fantasie negative in caso di fallimento.
La vita sessuale è quindi uno dei contesti in cui una persona può sentirsi sotto esame e obbligata a dimostrare competenze pratiche ed emotive a qualcuno, talvolta a se stessi. Il lavoro, lo studio, lo sport, l’aspetto fisico e ogni altro ambito della vita possono far sentire l’individuo sotto pressione, sotto esame di un giudice, vero o immaginario, che rende la vita faticosa e insoddisfacente.
È difficile immaginare l’esistenza umana come condizione priva di attese sociali o interiori, libera da inciampi, ostacoli, momenti di difficoltà e drammi reali come perdite, lutti e distacchi. La condizione umana è costellata di gioie, dolori, momenti di semplice e ripetitiva quotidianità, di noia e di rinnovamento. La caratteristica dell’esistere è l’instabilità piuttosto che le certezze, il cambiamento anziché l’immobilità. Tutto è in mutamento continuo, e questo spaventa perché contrario al bisogno di certezze e di abitudini.
L’ansia da prestazione è l’anticipazione, fatta dalla nostra mente, di un impegno, una sfida, un confronto che ci appaiono così spaventosi perché temiamo in modo abnorme le conseguenze derivanti dai nostri limiti. I limiti fanno però parte di ogni elemento esistente nell’universo. Tutto è destinato a cambiare forma e consistenza, e il tentavo di mantenere lo status quo non ha alcuna speranza di successo. Possiamo scegliere di non vivere ritirandoci da ogni confronto con il mondo esterno, ma questo rappresenterebbe la rinuncia a tutto ciò che invece ci interessa e ci aggrada. L’ansia da prestazione è l’ansia di vivere. Possiamo gestire l’ansia accettandone la presenza in noi e tollerandone gli effetti sgradevoli. Col tempo, affrontando le sfide che si frappongono al raggiungimento di momenti di piacere, l’ansia tenderà a ridurre la sua presa su di noi. Il segreto è accettare la sfida della vita e non rinunciare. Se diamo retta alle paure finiremo per paralizzarci.
Immaginate di cercare un/una partner solo quando vi sentirete nella piena certezza di piacere, di essere capaci di dare piacere sessuale, di venire accettati/e e amati/e. Cosa vi manca adesso? Qualsiasi caratteristica desideriate, in questo momento non vi appartiene. Vi appartiene solo quello che siete adesso. Impegnarvi per acquisire le caratteristiche desiderate potrebbe richiedere tutta la vita e vi ritrovereste, forse, fantastici ma ormai prossimi alla fine della vostra esistenza. Una vita passata a migliorare o a dimostrare di essere all’altezza. Cosa vi manca oggi per andare a testa alta a cercare un nuovo lavoro, un/una partner per la vita o per una serata? Non siete abbastanza sicuri di avere l’erezione o di piacere? Vi sentite insicuri/e delle vostre competenze professionali o sociali? Non mi sembra che abbiate scelta in questo momento. Siete Voi, e non potete essere diversi, con le vostre fragilità, paure, difficoltà e tutto quello che vorreste cancellare dalla vostra persona ma che è quanto potete al momento spendere nella vostra vita. Datevi da fare per trasformare in meglio quello che potete, ma nel frattempo vivete con quello che avete. La vita, la vostra vita, corre al vostro fianco e vi sta superando mentre voi ascoltate le paure della mente. Nessuno vi può o vi deve giudicare. Nemmeno Voi.