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L’esperienza con le coppie mi suggerisce che siano molti i casi in cui i partner appaiano così diversi da indurre, in modo ovviamente superficiale, a ritenere che sarebbe più semplice separarsi piuttosto che continuare a stare insieme. Litigi, lamentele, insoddisfazione generalizzata, mancanza di attenzioni reciproche, sessualità inesistente o insoddisfacente, tristezza, eppure l’idea di non avere al proprio fianco la persona considerata causa di tali sofferenze non viene nemmeno presa in esame. Cosa fa stare insieme queste coppie, nonostante la sofferenza che si vive al loro interno? Da un partner innamorato ci si attenderebbero la capacità e la volontà di prendersi cura, mostrare interesse per un problema che sta preoccupando l’altro, convalidare le sue paure, rassicurare con la propria presenza, incoraggiare ad affrontare le sfide che si possono presentare, trasmettere il senso di fiducia nelle proprie capacità e competenze.

Purtroppo in molti casi, coppie che si dichiarano innamorate non presentano i comportamenti sopra descritti come regola ma come eccezione. Queste coppie non si dividono ma il senso di solitudine e di non essere una coppia pervade almeno uno dei partner, se non entrambi. A tenere insieme la coppia non è il senso di sicurezza, di base sicura cui tornare e alla quale riferirsi nei momenti di difficoltà. Piuttosto è la paura dell’ignoto e dell’incertezza; la tana scomoda, ma conosciuta, da lasciare per ritornare nel mondo e ricostruire amicizie, abitudini, autonomie. Allora l’amore non conta. A essere fondamentale è la sicurezza di non ritrovarsi in compagnia di se stessi. Questa opzione è terrificante per chi si percepisce debole dal punto di vista emotivo o concreto. La teoria dell’attaccamento (Bowlby, 1979), declinata nelle relazioni di coppia. avanza l’ipotesi che, durante tutto l’arco di vita, gli individui stabiliscano dei legami preferenziali ai quali sono affidate quattro funzioni fondamentali:

  1. ricerca e mantenimento della prossimità: nella relazione sentimentale si ricerca la vicinanza del proprio partner;
  2. rifugio sicuro: la relazione di coppia viene considerata come riferimento nei momenti di disagio al fine di ricevere conforto dal partner.
  3. protesta alla separazione: anche in una coppia di adulti, in caso di separazione si attivano segnali che esprimono il dolore per l’assenza del proprio partner. In caso di perdita si attivano invece protesta, disperazione simile a quella osservata nei bambini separati dalla figura di attaccamento principale.
  4. base sicura: la fiducia nella disponibilità e sensibilità del partner consente di esplorare l’ambiente e relazionarsi in modo fiducioso con il mondo esterno.

Negli adulti, la vicinanza non va intesa esclusivamente come presenza fisica: le funzioni sopra descritte, infatti, vengono soddisfatte anche dal fatto di sapere che il partner è affettivamente presente e disponibile all’ascolto e al conforto. Se, pur essendo in coppia, non si prova la sensazione di avere un rifugio sicuro nel quale rintanarsi, o la base da cui partire per l’esplorazione del mondo, potrebbero comparire paura, rabbia e sconforto. In questa condizione il senso di stare insieme può venire meno. Perché non ci lasciamo? Sicuri, preoccupati, distanzianti o disorganizzati, descrivono modi differenti di reagire al distacco e alla perdita. I modelli operativi interni ereditati dalle prime relazioni con le figure di attaccamento (principalmente i genitori, ma in seguito anche nonni, parenti, insegnanti ecc.), se non modificati in relazioni successive, possono dar luogo a reazioni finalizzate a mantenere la vicinanza, costi quel che costi, oppure a ritirarsi per timore di un eccesso di vicinanza emotiva oppure a comportamenti disorganizzati e privi di coerenza. La rabbia di un partner preoccupato di fronte alla distanza emotiva del compagno/a distanziante, è un esempio di conflitto generato da configurazioni automatiche di risposta ai bisogni affettivi propri e del partner. È utile conoscere i propri automatismi e quelli del compagno/a, le ragioni che li hanno generati e imparare ad accettare e rispettare le caratteristiche proprie e della persona che diciamo di amare. Alla domanda “perché non si lasciano?”, mi sento di rispondere che forse si amano ma non hanno ancora imparato abbastanza di sé e del partner, e cercano di cambiarlo per farlo assomigliare a un ideale che non esiste nella realtà.