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L’attaccamento è la propensione innata a cercare la vicinanza protettiva di un membro della propria specie quando si è vulnerabili ai pericoli ambientali per fatica, dolore, impotenza o malattia. (Bowlby,1969)

L’ attaccamento è parte integrante del comportamento umano dalla culla alla tomba (Bolwby, 1982)

John Bowlby è stato uno dei primi psicologi a notare che la presenza o l’assenza della figura di attaccamento nei primi anni di vita è di importanza fondamentale per il successivo sviluppo della personalità dell’individuo. L’attaccamento è il bisogno innato del bambino di vicinanza della figura che lo accudisce (caregiver, che generalmente è la madre) e ne garantisce la sopravvivenza. La base teorica di Bowlby è la teoria psicoanalitica che l’autore ha integrato con la teoria etologica di Lorenz e Tinbergen e con quella epistemologica di Piaget. Questa rielaborazione ha messo in primo piano la prospettiva relazionale (non più puramente intrapsichica) e l’importanza dell’esperienza reale dell’individuo con la figura di attaccamento. Bowlby, rifiutò il modello di sviluppo secondo il quale il bambino avanza dalla fase orale a quella anale per giungere a quella genitale (Freudd), affermando che il legame madre-bambino non si basa solo sulla necessità di nutrimento del piccolo, ma sul riconoscimento delle emozioni e dimostrò come lo sviluppo armonioso della personalità di un individuo dipenda principalmente da un adeguato attaccamento alla figura materna o un suo sostituto.

I punti essenziali della t:eoria sono:

  • l’attaccamento è un bisogno primario e innato, in quanto è indipendente da altri bisogni (ad es.empio il bisogno di nutrimento) e contribuisce alla sopravvivenza della specie;
  • l’attaccamento si esplica attraverso cinque modelli comportamentali istintuali che sono il piangere, il succhiare, l’aggrapparsi, il sorridere e il seguire. Questi comportamenti vengono attuati dal bambino verso la figura di attaccamento principale;
  • il bambino e il suo caregiver formano una diade, in cui sono entrambi geneticamente predisposti all’interazione.
  • le ripetute interazioni madre-bambino permettono al bambino di costruire modelli di sè e degli altri (modelli operativi interni), che operano inconsapevolmente e permettono al bambino di costruirsi delle aspettative e di valutare le interazioni con gli altri;
  • il caregiver diventa la base sicura che permette al bambino di allontanarsi per esplorare il mondo, ma che rimane disponibile ad accogliere il bambino in momenti di difficoltà o pericolo;
  • la separazione improvvisa dalla figura di attaccamento provoca nel bambino la reazione di protesta, che si manifesta con pianto, urla e altri comportamenti, probabilmente finalizzati alla punizione e alla riparazione verso la figura di attaccamento;
  • il comportamento di attaccamento rimane attivo lungo tutto il ciclo vitale. Le figure di attaccamento cambiano e l’individuo diventa più autonomo, ma l’esigenza di attaccamento affettivo ad una o più persone rimane. Il matrimonio può essere letto come manifestazione adulta dell’attaccamento, in quanto tale relazione fornisce una base sicura, permettendo lavoro, esplorazione e protezione in situazioni di difficoltà.

Un limite della teoria dell’attaccamento é rappresentato dal rischio che le figure genitoriali siano viste come le cause principali di disadattamento del bambino e venga tralasciata l’importanza delle differenze individuali dei bambini, che possono avere un peso discriminante nello sviluppo della personalità. Per John Bowlby il buon esito del processo di attaccamento si esplica in uno stile di attaccamento sicuro, caratterizzato nel bambino da un atteggiamento fiducioso di poter ottenere, dalla figura d’attaccamento, un’attenzione sollecita in caso di bisogno. Il bambino sente di potersi allontanare senza timore da essa per esplorare con sicurezza ambienti nuovi, e si mostra socievole con gli estranei, quando la figura di riferimento è presente. Se il caregiver si allontana mentre il bambino è in un ambiente nuovo o con un estraneo, egli protesta, piange e cerca il contatto con la figura d’attaccamento, finché questa non ritorna e lo prende in braccio. A questo punto il bambino sicuro si calma e ricomincia tranquillamente il gioco e l’esplorazione. Il bambino sicuro, divenuto adulto, si sentirà probabilmente in grado di vivere le relazioni intime in modo sereno e fiducioso, accettando con sufficiente serenità i momenti di distacco, facendo ricorso sia alle proprie risorse emotive che all’aiuto esterno. Un adulto con stile di attaccamento sicuro sente di poter accettare le sfide della vita che gli si presenteranno, certo di poter contare sulle proprie forze e di saper trovare aiuto, in caso di bisogno, in un mondo esterno disponibile e non ostile.

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