L’argomento non è certamente una novità, ma non riesce nemmeno a invecchiare e diventare obsoleto. Abbondano le battute ironiche su come comunicano tra loro i due sessi, ed eviterò di cadere in questa tentazione. Il mio interesse riguarda l’influenza dei legami di attaccamento e dell’educazione, sul modo di entrare in relazione e di cercare vicinanza, dialogo, supporto e confronto. Esistono certamente delle differenze dovute al ruolo ricoperto da ciascuno all’interno della coppia, per garantire il successo riproduttivo e la sopravvivenza della specie. Lo stabilirsi della coppia stabile, nel corso dell’evoluzione, ha migliorato e rafforzato il contesto nel quale nascono e crescono i figli. Comunità stabili hanno permesso la cooperazione tra individui indispensabile per ottenere più abbondanti e sicure quantità di cibo. In questo contesto comunitario, uomini e donne si sono trovati a vivere in gruppi che conducevano giornate separate. Le donne, che si occupavano prevalentemente della prole e delle case, creavano tra loro un clima di sostegno reciproco, non solo sul piano pratico, ma anche affettivo. Per gli uomini la caccia e le attività lontane da casa, purtroppo anche la guerra, divenivano occasione per mostrare le proprie caratteristiche individuali di forza e di coraggio.
In questo contesto, i comportamenti rivolti dai genitori ai figli sono inevitabilmente diversi nel caso che si tratti di femmine oppure di maschi. La sensibilità femminile, in buona parte innata, viene ulteriormente incentivata in quanto si rivelerà utilissima per la cooperazione e la condivisione emotiva. Ai maschi, che saranno impegnati nello sforzo di mostrarsi saldi nelle situazioni di confronto e di scontro, serve piuttosto imparare a sedare e gestire la propria vita interiore, con lo scopo di apparire forti. Le emozioni, però, appartengono a entrambi i sessi. Imparare a tenerle sotto stretto controllo non ne limita il vissuto, piacevole o spiacevole, ma solo l’immagine esteriore. Molti uomini vengono addestrati a mostrare una maschera imperturbabile, e finiscono per essere anestetizzati rispetto al loro vissuto interiore, negandone l’esistenza. La complessità del dialogo tra maschile e femminile deriva proprio dal fatto che questi uomini considerano inutile esprimere come si sentono. In fondo, questa caratteristica potrebbe risultare inutile mentre esibiscono la loro forza o le loro abilità fisiche. La vita di coppia, che inizia subito dopo che un uomo e una donna si sono scelti, ha bisogno di sensibilità diverse da quelle esibite in caserma, negli spogliatoi delle palestre o nei luoghi di lavoro. Le famiglie possono contribuire a cambiare il corso dei legami di attaccamento, dando a maschi e femmine sicurezza, ma anche sensibilità che li rendano compatibili e dialoganti nelle loro future case.
Possiamo favorire una vita di relazione più felice alle future generazioni?
Forse il futuro non è segnato in modo inevitabile. A tutti, indistintamente, andrebbe garantito un legame di attaccamento caratterizzato da calore affettivo e non solo da sostegno materiale.Ti amo e ti rispetto sempre e comunque perché sei tu, non perché sei stato bravo o capace. Troppe famiglie sono ancora concentrate sulle prestazioni dei loro figli, convinte che strenuo impegno e riconoscimenti mirati rendano i figli pronti alle sfide della vita. La vita che li attende è dura e quindi vanno preparati alla lotta. Il contesto in cui durezza e anestesia emotiva sembravano poter funzionare, è diverso da quello attuale, nel quale l’intelligenza emotiva garantisce la possibilità di costruire relazioni più gratificanti, ma anche più utili a garantire quel successo riproduttivo che rimane l’obiettivo sottostante principale.