L’aurora compare all’orizzonte ogni mattina senza porsi alcuna domanda, senza arrovellarsi sul modo giusto di comparire, ma rischiarando il cielo in modo del tutto naturale.Mi chiedo spesso perché si soffra psicologicamente e, non lo scopro io, proprio la facoltà di pensare diventa fonte di arrovellamento e di sofferenza. La mente ci costringe a lunghi auto-interrogatori dai quali non si ottengono risposte esaustive ma solo la sensazione di girare in tondo senza giungere mai al centro della questione. In oriente, la pratica meditativa ha da sempre cercato di arginare questa tortura, svuotando la mente per darle pace.
Se riuscissimo a essere come l’aurora, ovvero a vivere la nostra vita senza caricarla di grossi fardelli, ci sveglieremmo la mattina senza sentire l’obbligo di indossare l’abito del personaggio che abbiamo costruito intorno a noi. Il personaggio è frutto di una lunga costruzione, ha una sua personalità, una sua immagine sociale e tanti ruoli, ed è diventato così ingombrante che fatichiamo a riconoscere chi siamo se non indossiamo l’abito di scena.
Chi siamo quando non siamo sul palcoscenico? Probabilmente la risposta certa a questa domanda non è una risposta che possiamo dare sul piano razionale. L’essenza di ognuno di noi, nata insieme a noi, è stata affiancata da subito dal personaggio che via via è andato ingrandendosi, impedendo di riconnetterci in modo diretto al punto di partenza. Questo piano fondamentale di noi va sentito e distinto dal personaggio. È il personaggio che soffre, si interroga, si ammala, si affanna per raggiungere obiettivi, denaro, status e quant’altro. Se riusciamo a sentire il piano fondamentale, distinguendole dal personaggio, possiamo disidentificarci da molte delle tribolazioni della vita. Infatti, noi non siamo i nostri guai o il nostro dolore ma il nostro personaggio li incontra ogni giorno. Dovremmo chiederci se sia possibile osservare il personaggio e la sua esistenza, come proiettati su uno schermo. Vediamo tutto quello che succede ma possiamo provare a prendere distanza da quello che vediamo e riconnetterci con la nostra parte fondamentale. Questa parte è come l’aurora; vive ogni giorno indipendentemente da tutto e compare ogni mattina all’orizzonte.