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Autostima

Voglio cambiare la mia vita

By 5 Novembre 2015Novembre 9th, 2015No Comments

Nido 02Voglio cambiare è la frase che predice l’inizio della guarigione, una affermazione fatta a se stessi, a valle di un percorso. Se sincera, questa affermazione prelude ad azioni di analisi del momento presente, di ricerca di soluzioni e, infine, di attuazione di azioni in linea con quanto deciso. Voglio cambiare è assai diversa da Vorrei cambiare. Vorrei cambiare è usualmente seguita da ma oppure da però. Qualche ostacolo che impedisce il cambiamento è percepito e considerato insormontabile. Se si tratti di ostacoli davvero insormontabili oppure di resistenza al cambiamento è interesse di questo articolo. La risposta va ricercata indagando in modo onesto le proprie paure, consce o inconsce, consapevoli che ognuno di noi coccola e accetta alcune di queste paure pur di non abbandonare le rassicuranti abitudini. Rappresento queste abitudini come tane, rifugi piuttosto scomodi ma riparati dagli sguardi di un mondo percepito come pieno di predatori. L’individuo può porre l’accento su (1) quanto la tana sia scomoda e angusta, o (2) su quanto il mondo, là fuori, sia pericoloso. Nel primo caso la voglia di cambiare, e le azioni corrispondenti, saranno precise, indirizzate chiaramente mentre, nel secondo caso, sembrerà meno doloroso sopportare condizioni sfavorevoli, piuttosto che andare a costruire un futuro ricco di gioia, di energia, di movimento, di fiducia in se stessi. Il cambiamento va inteso come l’abbandono delle vecchie abitudini. La vita obbliga tutti gli organismi viventi a cambiare costantemente per trovare nuovi adattamenti alle condizioni ambientali. Per noi umani, ai cambiamenti dovuti a condizioni dell’ambiente fisico (presenza/assenza di cibo, predatori, eventi climatici, malattie, invecchiamento ecc.), vanno aggiunti i mutamenti connessi ai contesti socioculturali come il lavoro, i rapporti di coppia, il luogo in cui si vive, la perdita di status e tutto quanto proviene dalla coscienza/consapevolezza di sé. Il cambiamento è insito nella vita o, se preferite, tutto è impermanente e destinato a mutare e a estinguersi (così come lo conosciamo). L’opposizione al cambiamento, adottata in modo automatico e sistematico da alcune persone, e il tentativo di tenere tutto sotto controllo, sono destinati inesorabilmente a fallire e produrre sofferenza. Spesso sento nominare lo spazio di confort e la necessità di lasciarlo per affrontare il cambiamento. Usata spesso nelle aziende, questa rappresentazione del problema del cambiamento è nel mondo lavorativo tutta a favore dell’impresa. L’individuo che ha trovato uno spazio confortevole non ha alcuna ragione per abbandonarlo se non costretto da eventi non dipendenti dalla sua volontà, oppure da proprio disagio e convinzione che lo sforzo necessario per uscire dalla tana sarà ben ricompensato. Suggerisco, di fronte a blocco decisionale, di porsi delle domande che aiutino a fare chiarezza su quanto succede dentro di noi. Innanzitutto, di cosa abbiamo paura in quella specifica situazione e, si tratta di una paura legata a un pericolo reale? Subito dopo sarebbe utile chiedersi cosa guadagneremmo dal cambiamento e se siamo in possesso  degli strumenti e delle risorse per affrontare la nuova situazione. Infine, sappiamo, all’occorrenza, chiedere aiuto? Se non fa parte dei nostri abituali comportamenti, anche chiedere aiuto rappresenta un cambiamento. Un’immagine che a mio avviso rappresenta il momento in cui vorremmo cambiare ma siamo in preda al dubbio sulle conseguenze del cambiamento, alla paura di rinunciare alle abitudini, alla paura del futuro e dell’incertezza, è rappresentato da chi, appollaiato sul ramo di un albero, osserva la vita che pulsa la sotto, le opportunità che si susseguono, la bellezza del nuovo, e rimane bloccato dalla paura di volare. Il ramo offre un punto sicuro, ma è sempre lo stesso ramo e lo sarà nel tempo a venire. Saltare nel vuoto e sbattere le ali, sono una fatica e un rischio. Quando avrete deciso potrete dire Voglio cambiare!