Skip to main content
Autostima

Autostima: la salute della mente

By 19 Febbraio 2015Dicembre 12th, 2020No Comments

Consideriamo l’autostima come uno degli elementi che contraddistingue la salute della mente e dunque sarebbe opportuno occuparsene, considerandola importante per la nostra vita e al centro delle nostre riflessioni. Possiamo valutare la salute della mente in base alla capacità di affrontare le sfide della vita con la consapevolezza dei nostri mezzi, senza sopravvalutarli né sottovalutarli, conoscendo e accettando qualità e limiti, in modo da scegliere obiettivi raggiungibili e stimolanti allo stesso tempo.

La stima di sé deriva da fattori interni come gli atteggiamenti e le credenze, e fattori esterni ambientali che interagiscono e si mescolano dal momento in cui nasciamo. Il risultato di questa interazione di fattori è il livello di fiducia nella nostra mente, nella nostra capacità di far fronte alla vita e di meritare quanto di positivo ne può derivare. I genitori hanno un ruolo fondamentale in questo processo, incoraggiando o inibendo l’esplorazione dell’ambiente, offrendosi come base sicura cui fare ritorno, garantendo supporto sollecito e non giudicante, e riconoscendo i figli come soggetti non solo da educare ma anche da mettere in condizioni di esprimere inclinazioni e talenti. La pratica clinica mi insegna che dietro la sofferenza psicologica si annida la scarsa fiducia nei propri pensieri e della capacità di prendere decisioni giuste, talvolta in ambito professionale, altre volte negli affetti o nella vita in generale. Sapere di poter gestire le proprie emozioni in caso di difficoltà, permette di affrontare la quotidianità sapendo di potercela fare, di avere risorse sufficienti.

La domanda centrale a questo punto è cosa posso fare ogni giorno per accrescere il mio livello di autostima?

Innanzitutto dobbiamo ricordare che l’autostima è influenzata da, e influenza a sua volta, il comportamento e gli atteggiamenti. Se evitiamo le situazioni che ci fanno paura, amplifichiamo la paura e poniamo le condizioni per rimanere fermi anche in futuro. Se al contrario ci mettiamo in gioco, aumentiamo la probabilità di sentirci in grado di affrontare le sfide, di aver trovato la forza di guardare in faccia le nostre paure e di averle vinte. Il risultato potrà essere positivo o negativo, ma sapremo di saperci confrontare con i nostri demoni interiori. Le paure risiedono dentro la nostra mente ma non sono lo specchio della realtà. Sono fantasmi che ci impediscono di utilizzare le nostre capacità paralizzandoci e facendoci credere di non essere all’altezza e meritevoli di felicità.

Questo approccio parte dall’assunto che sia preferibile operare cambiamenti comportamentali e atteggiamento nel presente, prima ancora di indagare e scoprire le cause del disagio. Questa indagine è certamente utile per rileggere la nostra storia e scoprire il percorso che ci ha condotto a diventare ciò che siamo, ma può essere molto lunga e produrre sconforto e la sensazione che non si riescano a produrre cambiamenti sostanziali.

È importante affrontare il disagio identificando con chiarezza di cosa si tratti e quali comportamenti sarebbe opportuno mettere in atto. Questa strategia offre una sensazione di concretezza, di un agire rivolto al cambiamento e non solo di una indagine conoscitiva.

Come detto in precedenza, l’autostima si alimenta delle nostre azioni e dei feedback che riceviamo. La paura di sbagliare, di essere giudicati o criticati pul fermare la nostra spinta limitando le esperienze. Accettare il rischio di sbagliare è fondamentale per poter sperare di ottenere un successo.

Nathaniel Branden (1994) identifica sei pratiche fondamentali per migliorare la stima di sé:

  • Vivere consapevolmente
  • Accettare se stessi
  • Vivere la propria vita responsabilmente
  • Affermare se stessi
  • Darsi degli obiettivi
  • Perseguire la propria integrità e la coerenza con i propri valori

L’autore considera queste pratiche come uno strumento per aumentare il senso della propria efficacia e avere pieno rispetto di se stessi. Personalmente ritengo che si tratti di buone regole di relazione con se stessi che conducono a una maggiore conoscenza del proprio vissuto interiore e conducano di conseguenza a comportamenti meglio finalizzati al proprio benessere. Una azione diretta sul proprio modo di pensare, di rappresentarsi e di agire è la via maestra per stare bene con sè, nel mondo.