Le capacità genitoriali, ovvero la capacità di essere genitori, non si studia sui libri e non la si può apprendere preventivamente, ma la si impara a partire dal giorno zero, attraverso prove ed errori.
Quello che si conosce della genitorialità lo abbiamo imparato all’interno della nostra famiglia in quanto figli. È un sapere implicito che ci guida con dei principi generali , ma che verrà inevitabilmente a fare i conti con un figlio, con la sua natura e le sue reazioni. Proprio perché bisogna adattarsi e trovare soluzioni personalizzate, si può parlare di arte dell’essere genitori.
Diventare genitori, oltre alla necessità di costruire il rapporto con un figlio, comporta la ridefinizione del rapporto tra i partner che vedranno trasformata per sempre la loro relazione. La genitorialità deve essere quindi integrata in una storia che perde la sua centralità, ma non deve smettere di esistere e di avere i suoi spazi. L’accudimento di un figlio occupa grande parte dei pensieri, del tempo e delle energie. Al contempo, bisogna ricordare che per essere buoni genitori risulta favorevole essere capaci di non annullarsi come individui e come coppia.
Potrebbe apparire fuori tema parlare della necessità di continuare a essere coppia in un articolo che riguarda la genitorialità, ma la qualità dell’essere genitori dipende anche dalla presenza di un legame soddisfacente in cui la bellezza di essere genitori non entra in contrasto con la relazione preesistenza di un bambino.
Le capacità da sviluppare
In merito al rapporto con un bambino, alcune capacità individuali vanno sviluppate per offrirgli un contesto affettivo sicuro, che faccia da contesto nel quale sviluppare se stessi. Ne riporto alcune, declinate nei comportamenti che ne derivano.
- Contatto fisico con i bambini da parte di entrambi i genitori e non solo dalla mamma.
- Ascolto interessato ai racconti dei figli.
- Attenzione costante alla vita emotiva dei bambini, perché su quella si fonderà la loro sicurezza.
- Affetto esplicito tra i genitori in presenza dei figli.
- Rispetto delle inclinazioni personali dei bambini, anche quando disattendono le aspettative genitoriali.
Il modo migliore per insegnare ai bambini è il nostro esempio. Le parole lasciano tracce flebili rispetto al modo nel quale ci muoviamo e agiamo nel mondo.
Se urliamo insegniamo a urlare, se prevarichiamo insegniamo a prevaricare, se dialoghiamo con loro gli insegniamo a dialogare, se amiamo gli insegniamo ad amare, se chiediamo aiuto gli insegniamo a chiedere aiuto, se esprimiamo le nostre emozioni gli insegniamo a esprimere i loro sentimenti, se ci rispettiamo e ci prendiamo cura di noi stessi gli insegniamo a rispettarsi e a prendersi cura di se stessi, se agiamo anche quando abbiamo paura gli insegneremo ad avere coraggio, se non ci lamentiamo e non ci arrendiamo gli insegniamo a non lamentarsi e a non arrendersi e se gli chiediamo scusa quando sbagliamo non avranno paura di fare lo stesso.