Coltiva i tuoi sogni e dai importanza a quello che senti, perché rispecchia la tua essenza, ovvero quello per cui sei portato e ti fa stare bene. Una esortazione ai giovani adulti, ma anche a chi ha rinunciato rinunciato ad ascoltare le proprie sensazioni, a immaginarsi felice e soddisfatto della propria esistenza. Tutti abbiamo lo stesso diritto ad aspirare alla pienezza del vivere e perseguire quella sensazione di benessere che può derivare solo dalla contentezza di avere esaudito i propri sogni. Nulla a che fare con il riconoscimento da parte delle altre persone, bensì il riconoscimento tra sé e sé che rende orgogliosi di essere riusciti a realizzarsi.
Cosa si può e si deve fare
Continua a sognare come facevi da bambino. I sogni ti indicano la strada che devi percorrere per essere soddisfatto di te stesso. Ogni persona ha coltivato, quando la sua mente non era ancora stata condizionata, fantasie, sogni e ambizioni, con tutta la potenza immaginativa che il bambino ha come dote al momento della nascita.
La capacità di volare con la fantasia, senza gli inevitabili condizionamenti che limitano la mente, viene progressivamente inibita e sostituita da vincoli sempre più costrittivi. È necessario ridare dignità ai sogni come accadeva da bambini. Da adulti, coltivare i sogni sembra essere in contrasto con quanto ci è stato insegnato. Il processo di socializzazione prevede, infatti, una lunga lista di regole da seguire che dovrebbero consentire di venire accettati dal proprio ambiente. Queste regole riducono enormemente la possibilità espressiva del singolo individuo, in favore del contesto comunitario cui esso appartiene. In questo processo, i sogni, le aspirazioni, le immaginazioni e il desiderio di autorealizzazione non possono trovare spazio, se non al prezzo di una maggiore solitudine. Appartenere alla comunità implica rinunciare a una parte della propria identità.
I sogni del nostro bimbo, se gli offriamo uno spazio nei pensieri, contribuiscono a ritrovare la passione e la fantasia sacrificate nel tentativo di venire accettati dagli altri. In realtà, queste, accantonate per lungo tempo, finiscono per produrre frustrazione e sofferenza profonda.
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