Per affermare che l’Ego ostacola la coppia, è necessario che ci si intenda sul concetto di Ego. Con Ego intendo quella parte di noi con la quale ci identifichiamo, costruita giorno per giorno nella relazione e il confronto con il mondo esterno. L’Ego possiamo intenderlo con quello che razionalmente intendiamo con la propria persona, la coscienza di quello che siamo. Non mi addentrerò ulteriormente nei concetti definiti da Freud, ovvero Es, Ego e Super Ego asciando al lettore gli approfondimenti.
Ego è ciò che noi sentiamo di essere, e viene costantemente messo a confronto con le altre persone, nel tentativo di rinforzarsi, di sentirsi all’altezza e attribuirsi la dignità di esistere. L’Ego, in quanto elemento soggettivo, implica separazione dagli altri, con confini che definiscono chi pensiamo di essere. Continuiamo così a catalogare le nostre esperienze, le persone che incontriamo, il loro e il nostro agire. Tutto viene valutato, giudicato, classificato, e concorre a farci sentire adeguati e dalla parte della ragione. L’Ego che si viene progressivamente a formare sulle base delle esperienze e del confronto, produce il senso di identità, ovvero la percezione soggettiva di chi siamo. Questa sensazione è però del tutto priva di stabilità, è provvisoria perché soggetta a tutto quello che la vita ci riserva e che non è sotto il controllo della persona. Salute, condizioni sociali ed economiche, affetti, bellezza, popolarità e tutto quello con cui ci identifichiamo non è per sempre. Identificazione e attaccamento comportano il distacco. Non identificarci e non creare mai legami di attaccamento può significare rinunciare a vivere pienamente l’esperienza umana. Come vivere pienamente senza poggiare tutto il nostro essere su un Ego destinato a mutare e infine a dissolversi? Una risposta comune quanto a mio avviso importante è la consapevolezza della precarietà e della mutevolezza di tutto. La gratitudine verso quello che siamo e verso quello che la vita ci sta offrendo, ovvero la consapevolezza è fondamentale.
Quanto detto sopra è necessario per inserire l’Ego nel contesto delle relazioni di coppia, dove due Ego separati scelgono, o dicono di scegliere, di essere uniti, di volersi rispettare e fondersi mantenendo definite le rispettive identità.
Le ragioni dei conflitti vanno ricercate nella necessità di mantenere e accrescere una valida immagine di se stessi. Per poter soddisfare questo bisogno, l’Ego ci induce ad affermare le proprie posizioni e validare i propri comportamenti, affossando le idee e criticando i comportamenti degli altri. Questo accade anche quando gli altri sono persone per noi significative. Un meccanismo automatico ci induce a voler avere ragione e a ottenere il riconoscimento dell’altro. L’Ego si alimenta di questa vittoria effimera, si gonfia d’aria ma è soggetto a sgonfiarsi al primo inciampo.
Il bisogno di avere ragione per alimentare il proprio Ego produce conflitti sia nei rapporti di coppia che nei rapporti lavorativi e con le persone che incontriamo per strada. Costruire il senso di chi siamo e di quanto valiamo, nel costante confronto con le persone con cui abbiamo a che fare, determina un contesto sociale teso e sempre pronto a esplodere in conflitti. Se il valore di un individuo o di un gruppo è definito dal prevalere della propria posizione su quella di altri che vengono considerati nemici, i nostri contesti di vita saranno sempre più ostili e tossici all’umanità.
Quali vie possiamo seguire per vivere in un mondo libero da tensioni e conflitti prodotti da questa entità da cui ci facciamo rappresentare, chiamata Ego? Consapevolezza di come funziona la nostra mente e di come agisce d’impulso in un meccanismo di azione – reazione distruttivo. Questo meccanismo agisce anche a livello di coppia, e la consapevolezza del proprio pensare e agire in modo dominato dal bisogno di affermazione personale, permette di chiedersi che cosa vogliamo ottenere: la ragione o la felicità. Nessuno può essere felice sconfiggendo un altro individuo, ancor meno se lo abbiamo eletto a nostro compagno di vita. La soluzione risiede nel rispetto delle idee degli altri esseri umani, senza bisogno di arrivare a stabilire chi ha ragione. Non essere d’accordo non implica conflitto, ma espressione delle idee senza dover determinare un vincitore.
So bene quali sono le obiezioni che si potrebbero muovere a questa posizione. Come si fa quando ci si sente aggrediti? Qualora l’uomo arrivasse a non dipendere più dall’Ego non vi sarebbero più aggressioni ma, rimanendo nella realtà attuale, cominciamo a riconoscere l’Ego in azione e rinunciamo al conflitto ogni volta che sia possibile. La ragione e il torto non vi rendono né migliori né peggiori nella vostra essenza.