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Il bisogno di approvazione da parte del mondo esterno, in particolare quello rappresentato da mamma e papà, è naturale nei bambini, e si manifesta continuamente con richieste di conferme della bontà del loro comportamento. Le conferme esterne incoraggiano a sperimentare, a esplorare le proprie potenzialità e contribuiscono a generare quel senso di efficacia così importante nella vita. L’adulto, con l’approvazione, l’incoraggiamento e il sostegno, rappresenta per il bambino il trampolino da cui spiccare il volo, è con il tempo, si trasforma da persona esterna che approva, a senso di sicurezza interno cui fare riferimento per darsi la direzione nella vita. La poesia I vostri figli di Kahlil Gibran esprime in modo sublime il ruolo dei genitori nella vita di un essere umano in crescita. Non di rado, però, il metodo utilizzato per aiutare i figli a crescere, finisce per limitarne il potenziale o indirizzarlo su sentieri che non sono coerenti con la natura più autentica di questi bambini. I alcuni casi, i desideri dei genitori possono diventare aspettative pesantissime proiettate sui figli. In altre famiglie, i genitori sposano l’idea che la rigidità educativa, la durezza dei giudizi, lo sprono a migliorare continuamente e a competere per il primo posto, costituiscono i presupposti per adulti frustrati e infelici, indipendentemente dai risultati raggiunti e dalle competenze sviluppate.

Il ruolo dei genitori è quello di puntare alla piena realizzazione dei talenti dei figli, non di decidere cosa fare della loro vita. Un equilibrio difficile da raggiungere una volta per tutte, ma che va ricercato ogni giorno. Quanto incoraggiare e premiare, andrebbe alternato con il proteggere e l’indirizzare senza influenzare con le proprie aspettative. Compito difficile, ma questa visione d’insieme è indispensabile per essere vicini ai bambini quando hanno bisogno di sicurezza, e osservarli da lontano mentre prendono il volo.

I vostri figli

da Il profeta di Khalil Gibran

I vostri figli non sono figli vostri…

sono i figli e le figlie della forza stessa della Vita.
Nascono per mezzo di voi, ma non da voi.
Dimorano con voi, tuttavia non vi appartengono.
Potete dar loro il vostro amore, ma non le vostre idee.
Potete dare una casa al loro corpo, ma non alla loro anima, perché la loro anima abita la casa dell’avvenire che voi non potete visitare nemmeno nei vostri sogni.
Potete sforzarvi di tenere il loro passo, ma non pretendere di renderli simili a voi, perché la vita non torna indietro, né può fermarsi a ieri.
Voi siete l’arco dal quale, come frecce vive, i vostri figli sono lanciati in avanti.
L’Arciere mira al bersaglio sul sentiero dell’infinito e vi tiene tesi con tutto il suo vigore affinché le sue frecce possano andare veloci e lontane.
Lasciatevi tendere con gioia nelle mani dell’Arciere, poiché egli ama in egual misura e le frecce che volano e l’arco che rimane saldo.