I genitori sanno bene che improvvisamente, quando meno se lo aspettano, i loro figli/e fanno delle domande le cui risposte richiedono, non solo di trovare le parole giuste, ma anche di far fronte a propri stati d’animo quali imbarazzo, paura di sbagliare e senso di inadeguatezza.
Ogni padre e ogni madre considerano normale fornire ai propri figli gli strumenti che consentiranno loro di lavorare, guadagnare, acquistare una casa, cercare le cure in caso di malattia, scegliere un vestito e, più in generale, le competenze necessarie nella vita. Di queste ultime, quelle relative al modo di vivere gli affetti e la sessualità vengono spesso trascurate e delegate di fatto all’esperienza diretta, al racconto dei pari o ad altre agenzie educative. Amore, affetto, amicizia e sesso rimangono sovente argomenti non affrontati per incapacità, imbarazzo o ignoranza dei genitori, i quali non hanno avuto essi stessi alcun mentore in materia.
Gli adolescenti, sospinti da potenti spinte interne a ricercare esperienze relazionali, affettive e sessuali, finiscono per doversi arrangiare con le informazioni che trovano, un tempo da compagni più esperti e oggi quasi sempre dalle rete, priva di protezioni, che li espone a rischi che vanno considerati seriamente. L’esperienza sessuale prevede di cercare una persona che ci piaccia ma alla quale dobbiamo a nostra volta piacere, e qui le difficoltà rispetto alla ricerca del cibo aumentano. È necessario costruire giorno per giorno una relazione che conduca all’esperienza sessuale condivisa, gratificante sul piano fisico ed emotivo. L’approccio sessuale privo di una relazione non è da condannarsi a priori, ma bisogna sapere di cosa si tratta e, in ogni caso, si deve essere in due a desiderarlo in quella forma puramente fisica e limitata nella parte affettiva.
Per parlare ai propri figli e rispondere alle loro domande, è necessario che i genitori abbiano un’idea positiva dell’esperienza sessuale, che la considerino un piacere ricco di emozioni e di coinvolgimento. È probabile che genitori imbarazzati, se non ostili al tema, della sessualità, siano restii a iniziare a parlarne o a rispondere alle inevitabili domande che prima o poi giungono.
Affettività e sessualità si metabolizzano meglio se discussi e appresi sin dai primi anni di vita con linguaggi adeguati all’età. Evitare di affrontare il tema non eviterà ai nostri figli di vivere le potenti pulsioni provenienti dall’interno, e non offrirà loro gli strumenti necessari per godere al meglio e senza danni di queste meravigliose esperienze. I genitori conoscono la sessualità e sono in grado di spiegarla ai loro figli meglio di qualunque professionista. Se credete di non essere competenti, pensate a quanti argomenti affrontate senza conoscerli, eppure lo fate, con le vostre parole, solo perché non vi sentite in imbarazzo. Anche gli insegnanti possono affrontare questo argomento e, a mio parere, dovrebbero farlo, usando un linguaggio adeguato all’età degli studenti e senza mai essere volgari.
La scuola è il luogo dove i ragazzi si aspettano di imparare nozioni e competenze pratiche, competenze emotive e relazionali, e dove sperano di poter trovare spiegazione ai grandi temi della vita come nascita, morte, fede, libertà, giustizia, amicizia e, ovviamente, la sessualità e l’affettività. Si può iniziare in qualsiasi momento, magari spinti da una domanda oppure da uno stimolo esterno come un fatto di cronaca, una pubblicità o una pagina su una rivista.
Alcune domande chiave cui dare risposta sono state riassunte da Veglia e Pellegrini (C’era una volta la prima volta, 2003, Erikson) dopo averle raccolte dagli studenti delle scuole, cui vanno aggiunte quelle poste dai più piccoli, ad esempio, “Come nascono i bambini?”, “Perché i bambini hanno il pisellino e le bambine no?” ecc.
- Come sono fatti gli organi genitali
- A che cosa servono
- Come si possono conoscere
- Come funzionano
- Che cos’è, come e quando avviene lo sviluppo sessuale
- Come si usano il corpo e gli organi genitali quando si è da soli
- Come si usano il corpo e gli organi genitali quando si è in due
- Che c’osé il piacere
- Che cosa significa fare l’amore
- Come si fa l’amore
- Quando si fa l’amore
- Cosa significa innamorarsi, amare, costruire un legame di coppia, costruire una famiglia
- Come si fa la corte
- Come ci si comporta nella coppia
- Come fare e non fare i bambini facendo l’amore
- Come si deve fare per non ammalarsi facendo l’amore.
- Come si da un senso al sesso e come lo si usa per fare il bene
- Perché qualche volta, pur essendo sani, non si riesce a fare l’amore e a godere
- Perché a qualcuno piace fare l’amore con persone dello stesso sesso
- Perché qualcuno si innamora di una persona dello stesso sesso
- Perché qualcuno è fatto come un uomo ma crede di essere una donna o viceversa
- Perché qualcuno usa la violenza per fare il sesso
- Perché qualcuno paga un’altra persona per fare del sesso
- Perché qualcuno usa dei comportamenti strani per riuscire a godere (travestimenti, telefonate erotiche, oggetti particolari
Genitori e insegnanti devono sapere e auspicare che i ragazzi, attraverso i loro insegnamenti, sapranno elaborare un’idea propria della sessualità, piuttosto che diventare una loro copia. Divieti, censure e regole precise da seguire non serviranno a orientare la sessualità dei figli. Per cominciare, i genitori possono parlare di sesso tra loro prendendo spunto dal mondo esterno, trasferendo così l’idea che il sesso sia un argomento, tra i tanti, di cui si può parlare. Se poi i figli ci faranno delle domande, dobbiamo accoglierle e trovare una risposta adeguata. La fuga dalla domanda che ci imbarazza lancerebbe il messaggio che l’argomento è tabù e ci toglierebbe inoltre autorevolezza.
Infine, ma non perché di minore importanza, dobbiamo conoscere e imparare a gestire e convivere con la rete. Internet sostituisce, non appena entra nella vita dei ragazzi, qualsiasi fonte di informazione, e lo fa con le sue regole, ovvero delegando al navigatore la responsabilità del filtraggio e dell’uso del materiale incontrato. I ragazzi trovano in rete immagini crude di sesso, chiusi nella loro cameretta, al riparo dagli sguardi dei genitori. Inoltre bisogna ricordare che adescatori di bambini/e e ragazzi/e usano la rete in modo spregiudicato e, avvalendosi dell’esperienza per aggirare le deboli capacità critiche dei nostri figli.
La rete oggi è pericolosa quanto la strada, se affrontata senza la necessaria preparazione e il dovuto controllo dei genitori. I ragazzi staranno sempre di più sulla rete, e non possiamo immaginare di controllarli 24 ore su 24.
L’unico modo che abbiamo per aiutarli è insegnargli come funziona, quali sono le regole che la governano, i pericoli che la infestano, il significato della loro presenza e delle loro azioni. Una foto postata in rete rimarrà lì per sempre e sarà vista dai futuri amici, nemici, selezionatori del personale e chiunque altro ricerchi informazioni su chi siamo e cosa abbiamo fatto nella vita. Ciò che oggi sembra destinato a essere giusto e utile per sempre, domani potrebbe ritorcersi contro chi ha pensato di condividere parti di sé col mondo. Affiancare i nostri figli nelle uscite in mare aperto li aiuterà a conoscerlo, rispettarlo e apprezzarne le potenzialità, rimanendo consapevoli dei rischi che nasconde. Anche in questo caso propongo una lettura molto piacevole sul tema:
Tutto troppo presto – Alberto Pellai – Rizzoli.